Muri imbrattati, guai per due del Gramigna

Mercoledì 23 Maggio 2018
PALAZZI IMBRATTATI
PADOVA Decine di muri del centro storico imbrattati con scritte e simboli delle ex brigate rosse, tra cui la targa in memoria di Mazzola e Giralucci. Stelle a cinque punte e frasi contro il nemico fascista. Vernice rossa spruzzata su edifici pubblici e palazzetti d'epoca. Ma i writers non hanno fatto i conti con le telecamere di videosorveglianza e si sono così trovati iscritti nel registro degli indagati per i reati di danneggiamento e apologia di reato. Sono due ventenni esponenti del Cpo Gramigna, movimento di estrema sinistra ancorato agli ideali anni 70 dalla lotta di classe e della difesa del proletariato, in prima fila con i No Tav.
I FATTI
I due seguaci del centro popolare occupato hanno imbrattato i muri delle strade e dei palazzi del centro storico nei mesi di settembre, ottobre e novembre dell'anno scorso. Stelle a cinque punte, simbolo delle ex brigate rosse, falce e martello, scritte sfottò come diamo lavoro al compagno imbianchino e intimidatorie contro i rivali di estrema destra fasci attenti siete entrati nel quartiere sbagliato. I due gramignoli in tre mesi hanno colpito in riviera Ponti Romani al numero 60, in via Rolando da Piazzola ai numeri 14 e 16, in riviera Tito Livio 17, in Piazza delle Erbe ai numeri uno e quattro, in via San Francesco 16 e in via Cassan. Armati di bombolette spray di colore rosso, hanno imbrattato edifici di proprietà del Comune e palazzetti di valore storico. Colpivano quasi sempre alla stessa ora, nel cuore della notte convinti di non essere visti da nessuno. I due a ottobre del 2017 hanno anche imbrattato la targa in memoria di Mazzola e Giralucci di via Zabarella.
LE INDAGINI
I due ventenni hanno però commesso un errore, non si sono accorti delle decine di telecamere di videosorveglianza installate in diversi punti del centro storico. E proprio un paio di occhi elettronici li hanno ripresi, mentre imbrattavano un muro con una stella a cinque punte. Sono così scattate le indagini da parte dei poliziotti della Digos, coordinati dal primo dirigente Carlo Ferretti. Gli inquirenti hanno poi monitorato per diversi mesi gli spostamenti dei due gramigni e una volta raccolte le prove a loro danno sono entrati in azione. Il pubblico ministero Sergio Dini, titolare delle indagini, ha ordinato una perquisizione nell'abitazione dei due giovani. In entrambe le case gli uomini della Digos hanno sequestrato bombolette spray di colore rosso e alcuni indumenti sporchi di vernice, gli stessi che indossavano quando hanno imbrattato i muri. Il ventunenne F.M. e il ventiquattrenne F.T. sono stati iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di danneggiamento e apologia di reato.
Marco Aldighieri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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