Morto Bellinati, il prete-storico: svelò i segreti di Padova

Sabato 20 Gennaio 2018
LA VITA
Stava completando gli studi sulla presenza dei Templari nella Cappella degli Scrovegni, alla luce delle scoperte inedite che aveva fatto di recente. Ma nel cassetto aveva anche un altro progetto, cioè un libro sulla presenza del teatro Zairo in Prato della Valle, a cui si interessava da tempo, cioè da molto prima che venissero effettuati gli scavi che hanno fatto riemergere i reperti. Monsignor Claudio Bellinati, dunque, è mancato improvvisamente, nel pieno delle sue attività di storico, di profondo conoscitore di arte, letteratura, religione, teologia e filosofia. Avrebbe compiuto 96 anni il 19 febbraio, ma l'avanzare dell'età e qualche piccolo acciacco non gli avevano mai tolto la voglia di approfondire i temi che da sempre lo affascinavano, in primis le opere di Giotto, Dante e Petrarca, e che lo avevano fatto diventare un punto di riferimento in tutta Italia. E la vigilia di Natale era uscito il suo ultimo libro intitolato Contributo alla storia della Cattedrale di Padova nell'età di Giotto e della Cappella degli Scrovegni. L'altra sera era nella sua abitazione, assieme alla sorella Elda e a una persona che li assisteva, quando tutto a un tratto si è accasciato. Immediatamente è stato sollevato e fatto sedere, e lui ha voluto subito tranquillizzare entrambe: «Sto bene, non è successo niente - ha detto - forse mi sono sbucciato un ginocchio». Poi, sorridendo, ha chiuso gli occhi e si è addormentato per sempre. Con serenità e semplicità, come aveva vissuto.
Monsignor Bellinati era nato a Pontelongo ed era stato ordinato sacerdote il primo luglio del 1945. Era canonico della Cattedrale con il titolo di San Giacomo e archivista della Diocesi. Laureato il Lettere a Pavia e in Filosofia a Padova, per anni aveva insegnato al Tito Livio e al collegio Barbarigo. La sua è stata una vita in cui il ministero presbiterale si è intrecciato a un continuo impegno per lo studio. Innumerevoli gli incarichi che ha ricoperto: nel 1961 aveva iniziato il suo impegno all'interno dell'Archivio Diocesano e della Biblioteca Capitolare, che porterà avanti fino al 2004. Dal 1973 al 2004 è stato direttore del Museo Diocesano e per vent'anni (dal 1997 al 2007) membro della Pontificia commissione per i Beni culturali della Chiesa. Dal 1982 per tre mandati ha presieduto la Commissione diocesana per l'Arte sacra. I suoi campi d'indagine prediletti sono stati anche il protocristianesimo a Padova, San Gregorio Barbarigo e tutta l'arte religiosa, in particolare medievale. «E' con grande dispiacere che ho appreso della scomparsa di monsignor Claudio Bellinati, una delle figure di maggior rilievo della cultura padovana, e non solo, negli ultimi 50 anni - ha commentato Sergio Giordani -. La sua immensa passione per l'arte ha contribuito alla conoscenza, alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio artistico della città. Non possiamo che dirgli grazie per quanto ha fatto in tanti anni, con passione e competenza, ma anche con grandissima umanità. Tra tutti i suoi contributi, voglio ricordare quelli sulla Cappella degli Scrovegni. Padova ha perduto uno dei suoi cittadini eccellenti». «Gli ero molto affezionato - ha sottolineato Flavio Zanonato - e lo apprezzavo per la grande capacità che aveva di coniugare i temi artistici con quelli religiosi. Era un grandissimo esperto di storia e arte padovana». «La sua scomparsa mi addolora moltissimo - ha aggiunto l'assessore Andrea Colasio - Ci sentivamo sempre e non si dimenticava mai di farmi gli auguri il giorno del compleanno». «Non posso credere che sia mancato - ha detto la scrittrice Maria Beatrice Rigobello Autizi - ci eravamo sentiti di recente per parlare della presenza dei Templari agli Scrovegni».
Nicoletta Cozza
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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