MONSELICE
Una nuova giornata in trincea al Centro Servizi per Anziani di Monselice.

Giovedì 2 Aprile 2020
MONSELICE
Una nuova giornata in trincea al Centro Servizi per Anziani di Monselice. Nella mattinata di ieri l'andirivieni di ambulanze a sirene spiegate ha fatto temere il peggio tra i residenti di via Garibaldi, ma fortunatamente nelle ultime ore non si sono registrati nuovi decessi. I mezzi di soccorso del Suem118 hanno infatti trasportato tre ospiti al Covid Hospital di Schiavonia per sottoporli ad esami di accertamento per i quali sono necessari macchinari specifici, come le tac, con l'obiettivo di verificare la presenza di polmoniti e il progredire della malattia. Non è poi escluso che gli stessi ospiti vengano nuovamente riaccompagnati nella struttura di via Garibaldi, dove peraltro vengono trattate anche le polmoniti da Covid-19. L'equipe rapidamente formata dopo la nomina a Commissario straordinario del dottor Francesco Lunghi, composta dai medici Giorgio Brigato e Davide Strada, oltre che da infermieri e oss in servizio nella struttura, ha infatti adottato protocolli rigorosi (in piena collaborazione con l'Ulss6 Euganea) per seguire e curare gli ospiti malati, tanto che solo se bisognosi di Terapia Intensiva questi vengono trasferiti al Madre Teresa.
LAVORO
Il lavoro al Centro Servizi Anziani è massacrante, ma i risultati sembrano finalmente concretizzarsi, tanto che il commissario straordinario si augura di avere finalmente un miglioramento generale della situazione già a partire dalla prossima settimana, quando finalmente alcuni ospiti potrebbero negativizzarsi, con una diminuzione dei sintomi. Se, insomma, è forse troppo presto per vedere una luce in fondo al tunnel, il secondo giorno senza nuovi decessi ha concesso una tregua al personale e agli ospiti, infondendo una pur cauta dose di speranza e ottimismo. Intanto sono arrivati anche gli ultimi esiti dei tamponi effettuati su alcuni ospiti. Per trentuno di loro, sottoposti una prima volta all'esame, l'esito non era stato chiaro: evidentemente, o erano all'inizio della sintomatologia, o erano già in via di guarigione. Nei giorni scorsi erano così stati sottoposti a un secondo tampone. Nel frattempo uno di loro era purtroppo deceduto, mentre i primi cinque tamponi processati avevano dato esito positivo. Gli ultimi venticinque esiti (tanto attesi nella struttura anche per poter meglio organizzare gli spazi interni) hanno dato quasi tutti esito positivo, ma quattro sono risultati ancora dubbi. Ad oggi, quindi, la situazione all'interno della casa di riposo monselicense è la seguente: 66 ospiti sono positivi, 55 negativi e 4 ancora in attesa di conoscere la loro situazione. La struttura è stata organizzata di conseguenza. Un'ampia ala del Centro, denominata area rossa e completamente isolata dagli altri ambienti, con operatori dedicati, è stata attrezzata per accogliere al meglio gli ospiti ammalati. Nella cosiddetta area gialla, pensata per gli ospiti i cui tamponi avevano dato esito incerto, sono rimasti solamente in quattro, che vengono comunque seguiti con tutte le accortezze, praticamente come se fossero a loro volta risultati positivi. Infine, nella cosiddetta area verde, alloggiano gli ospiti negativi, ben separati dagli ospiti positivi e seguiti da personale specifico, per evitare di essere a loro volta contagiati. Gli sforzi e l'impegno quotidiano si sono insomma cristallizzati in una sorta di routine, dove ogni persona è consapevole del proprio ruolo e dove ogni compito è ugualmente essenziale e importante perché il meccanismo così ben congegnato non si inceppi. Rimane tuttavia il problema della carenza di organico. Nonostante nei giorni scorsi sia entrata in servizio una dipendente della casa di riposo di Noventa (su base volontaria, ma solo grazie alla convenzione siglata tra i due istituti), e nonostante nelle prime settimane dell'emergenza il Csa abbia immediatamente provveduto ad assumere due nuovi oss, servirebbe nuovo personale per gestire ancora meglio i turni e coprire tutte le necessità della struttura. Attualmente, infatti, i turni continuano ad essere lunghi e faticosi e la stanchezza e lo stress, in una situazione tanto complicata e che si protrae ormai da diverse settimane, mettono a dura prova il personale. La questione è all'attenzione dei sindacati, ma del resto anche la dirigenza del Csa e lo stesso commissario straordinario non hanno mai nascosto il problema. La speranza resta quindi quella di riuscire ad ottenere in fretta nuove collaborazioni, ma intanto si cerca di lavorare al meglio con le risorse a disposizione.
Camilla Bovo
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