Molesta 6 ragazze in venti minuti, caccia al maniaco di Prato della Valle

Lunedì 27 Gennaio 2020
Molesta 6 ragazze in venti minuti, caccia al maniaco di Prato della Valle
L'INDAGINE
PADOVA Non importa che siano sole o accompagnate, ben vestite o in tenuta sportiva, di corsa mentre fanno jogging o sedute su una panchina a godersi qualche momento di serenità nella piazza più bella della città. Basta siano giovanissime. Hanno tutte tra i 16 e i 25 anni le vittime aggredite giovedì pomeriggio del maniaco di Prato della Valle: sei le ragazze che nel giro di soli 20 minuti - dalle 17.40 alle 18 - sono state palpeggiate con forza, tanto da riportare degli ematomi sui seni o al costato, da un trentenne di carnagione scura, probabilmente originario dell'Africa centrale. L'unica cosa che hanno in comune le vittime è la giovane età e che si trovavano tutte e sei, per motivi diversi, tra la fine di via Belludi, l'isola Memmia e l'inizio di via Cavalletto. E mentre i poliziotti sono impegnati in una intensa caccia all'uomo, dal questore Paolo Fassari arriva il monito: «Massima attenzione a questuanti della zona» dato che il maniaco si è avvicinato chiedendo l'elemosina.
IL FATTO
Sono le 17.40 di giovedì pomeriggio quando lo straniero punta la sua prima vittima. È una ragazza di soli 16 anni che stava passeggiando sull'isola Memmia ascoltando musica con le cuffiette. È in quel momento che l'africano l'avvicina. Le dice qualcosa e lei si toglie gli auricolari per ascoltarlo. «Mi dai qualcosa?» le chiede. Lei gli risponde che non ha niente e fa come per rimettersi le cuffiette. Ma lui è più veloce: le apre il giubbino e le stringe un seno così forte da lasciarle l'ematoma. Lei reagisce: un calcio sugli stinchi prima di chiamare il 113. Lui fugge, ma prima di sparire riesce a palpeggiare altre 5 ragazze.
IN SEQUENZA
La vittima successiva è una ventenne che fa jogging. Si allena spesso dalle parti di Prato della Valle. Anche lei è stata palpeggiata al seno ma è riuscita a sfuggire allo straniero che poi si è lanciato verso un'altra ragazza che se ne stava seduta assieme al suo fidanzato sul muretto che circonda il canale dell'isola Memmia. Questa volta l'approccio è diverso: il maniaco si siede proprio dietro di lei, infastidendola. La giovane si gira e gli chiede perché si è seduto proprio lì con tutto lo spazio che c'è. Per tutta risposta lui le mette le mani sui fianchi e poi le infila sotto al giubbino, stringendo così forte da provocare anche a lei un livido sul costato. La ragazza lancia un urlo, il fidanzato se ne accorge ma intanto lo straniero è già fuggito. È quindi il turno di un'altra giovanissima, minorenne ancora per pochi giorni: anche lei è stata palpeggiata al seno e soccorsa dopo le sue grida da una coppia che passava di lì. Il maniaco nei successivi minuti è riuscito a colpire altre due volte prima di scomparire alla vista della pattuglia delle Volanti, dirette dal vice questore aggiunto Michela Bochicchio.
I poliziotti sono intervenuti dopo la segnalazione della sedicenne. Ma quando altre tre vittime hanno visto che c'erano gli agenti, si sono avvicinate e hanno raccontato pure loro quanto accaduto. Due sono anche ricorse alle cure del pronto soccorso per gli ematomi riportati. Alle prime quattro giovani che hanno subito segnalato ai poliziotti il palpeggiamento, sono seguite tra venerdì e sabato altre due ragazze che si sono rivolte direttamente all'ufficio denunce della questura. Tra queste la - tra pochi giorni - diciottenne che lavora in un esercizio della piazza ed è stata accompagnata, ancora sotto choc, dalle colleghe.
IL QUESTORE
Il questore Paolo Fassari invita a prestare massima attenzione, pur senza lasciarsi andare alla psicosi. «Lo street harassment (molestie di strada, ndr) non e un fenomeno nato ieri né riconducibile necessariamente ad extracomunitari, ma all'incivile e debosciato convincimento della superiorità del maschio. Non credo che questi episodi abbiano diffuso tra le ragazze di Padova un diffuso timore di andare in giro o fare jogging. Sia perché allo stato gli accertamenti riconducono i palpeggiamenti a un unico soggetto che gravita in zona, sia perché la reazione delle malcapitate e della gente è stata di piena collaborazione, anche in termini di pronta segnalazione alle forze dell'ordine. Le indagini continuano, la zona sarà oggetto di controlli ancora più intensi. Non generiamo psicosi né ghettizziamo la povertà, ma chiediamo di stare attenti e di non fidarsi di chi si avvicina fisicamente per elemosinare».
Marina Lucchin
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