Mobilitazione dei sindacati, petizioni e volantinaggi

Mercoledì 27 Marzo 2019
Mobilitazione dei sindacati, petizioni e volantinaggi
LA PROTESTA
PADOVA Indetto lo stato d'agitazione del personale del comparto: questa la mobilitazione decisa ieri dalla Cgil con Raffaella Megna, la Uil con D'Emanuele Scarparo e Stefano Tognazzo, presenti la Uil Medici con Giuseppe Di Sabatino, l'Anaao Assomed con Adriano Benazzato, rappresentanti di Nursing Up, Nursind, a conclusione di un'affollatissima assemblea dei lavoratori tenutasi all'Ospedale Sant'Antonio.
Non solo stato d'agitazione ma anche banchetti di piazza e volantinaggio per difendere il polo sanitario di via Facciolati che, da schede ospedaliere licenziate dalla Giunta regionale veneta, sarebbe prossimo a passare sotto l'egida dell'Azienda ospedaliera. In queste settimane la discussione è in capo alla V Commissione Sanità.
«Chiederemo a quest'ultima di attivarsi a tutela di quello che è a tutti gli effetti l'ospedale dei padovani - dichiara Tognazzo - e solleciteremo anche un incontro con il sindaco Giordani». L'ospedale Sant'Antonio è nato e si è infatti sviluppato nell'ottica di continuità assistenziale con i servizi del territorio della città di Padova: la sua attività è garantita dal lavoro di oltre 150 medici, professionisti che forniscono prestazioni sanitarie che non sono doppioni ma attività con funzione ben definita, operanti in rete col territorio in un flusso di oltre 10.000 ricoveri, oltre 6.500 interventi chirurgici all'anno in sala operatoria e oltre 10.000 accessi per interventi di diagnostica gastroenterologica e oculistica, più di 30.000 accessi annui al Pronto soccorso, migliaia di prestazioni specialistiche. Chi altro dovrebbe poter gestire ottimamente per i cittadini, si chiede l'Anaao, un tale numero di prestazioni? E dove si rivolgerebbero altrimenti i pazienti più anziani, sempre più numerosi in queste strutture? Quale sarà infine il vero destino dell'ospedale e dei suoi medici?
È stato ribadito, in sede di assemblea, quanto sia doveroso che le scelte siano coerenti a un dialogo e alle proposte dei lavoratori della sanità che in prima fila assistono i malati con responsabilità di ogni genere, e che pertanto si aspettano di essere consultati e informati prima di ogni decisione politica definitiva sul breve e lungo termine.
Ad avviare una raccolta firme nei giorni scorsi anche la Cisl con Fabio Turato e l'associazione Padova Bene Comune con Antonino Pipitone e Romualdo Zoccali. «La sanità padovana non può vivere di sperimentazioni infinite. Molte proposte - osserva Turato - si sono susseguite negli ultimi due anni, chi voleva al Sant'Antonio l'ospedale della Mamma e del Bambino, poi il Polo delle Neuroscienze, ancora un volume scambiatore in prospettiva del nuovo ospedale di Padova Est, che molto probabilmente vedrà la luce fra 10 anni), oggi si parla del suo conferimento all'Azienda ospedaliera; un unico fil-rouge: la mancanza di una programmazione condivisa e trasparente che parta dall'analisi dei bisogni di salute dei padovani».
La Regione vuole trasferire il Sant'Antonio all'Azienda ospedaliera, «noi invece vogliamo - scandiscono Pipitone e Zoccali, medici di professione - che rimanga all'Ulss 6 Euganea e che siano mantenute tutte le attività sanitarie che oggi garantiscono ai padovani cure e assistenza di eccellenza. Riteniamo che questa decisione indebolisca il sistema sanitario locale, con un grande punto di domanda anche per quanto riguarda il Pronto soccorso del Sant'Antonio».
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