«Mi sento frustrata. Ci è stato chiesto un grande sforzo, economico e

Martedì 27 Ottobre 2020
«Mi sento frustrata. Ci è stato chiesto un grande sforzo, economico e di energie, e ora siamo di nuovo a questo punto». Giulia Bianchini, 37 anni, titolare del bar Chignon di Monselice, è scoraggiata e incredula.
Si aspettava una stretta simile?
«Speravo he ci lasciassero aperti fino a mezzanotte. Abbiamo rinunciato a molti posti a sedere per il distanziamento, come è giusto. Ci siamo dotati di tutto il necessario per la sanificazione, con più personale per controllare il rispetto delle regole. Ma a cosa è servito? Hanno massacrato il nostro settore e continuano a farlo».
Queste misure sono davvero efficaci nella lotta contro il Covid?
«Le nostre attività sono state tra le prime ad aprire, e non hanno portato ad un aumento dei contagi. Però sono le più bersagliate. E intanto i centri commerciali continuano a restare aperti. Trovo poi ignobile la chiusura di piscine e palestre».
Cosa le pesa di più di questa situazione?
«Si è snaturata una parte importantissima del mio lavoro, che è il contatto con il cliente. Si è come raffreddato il rapporto. Ed è stressante e deprimente dover fare da sorvegliante».
Come pensa di far fronte a questo periodo?
«Apertura tutti i giorni, con orario continuato fino alle 18, per forza, sarà massacrante. Stiamo pensando poi all'asporto, a pranzi veloci. Ho visto almeno tanta solidarietà: commercianti e conoscenti sono venuti a bere un caffè da me: l'unione può fare davvero la forza».
Camilla Bovo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci