«Mi dicevano che Mantoan era coinvolto nell'incidente»

Martedì 12 Ottobre 2021
IN AULA
PADOVA È proseguito ieri pomeriggio, davanti al giudice del Tribunale monocratico Mariella Fino, il processo al professore Massimo Montisci, ex direttore dell'Unità operativa di Medicina legale. Insieme a lui è imputato anche Giacomo Miazzo, medico addetto al servizio del Suem 118 e accusato di falso ideologico commesso da un pubblico ufficiale. Il docente è finito alla sbarra per i reati di favoreggiamento, depistaggio, falso ideologico e truffa aggravata. L'inchiesta è legata alla morte del 72enne Cesare Tiveron, avvenuta il 13 settembre del 2016 in via Gattamelata davanti alla sede dello Iov (istituto oncologico veneto). I quattro figli della vittima si sono costituiti parte civile con l'avvocato Pietro Sartori. In aula è stato ascoltato come testimone l'infermiere a bordo dell'ambulanza del Suem 118, intervenuto a soccorrere il motociclista.
«Ad un certo momento - ha ricordato - penso mi si sia avvicinato l'autista dell'ambulanza per dirmi che nell'incidente era coinvolto Domenico Mantoan. In realtà io ero impegnato a cercare di fare respirare il paziente, non sapevo chi fosse. E poi non ho saputo che una volta arrivato in ospedale era morto e nemmeno le ragioni del decesso».
Nella penultima udienza era stato chiamato al banco dei testimoni il sostituto commissario Massimo Sturaro a capo della polizia giudiziaria in Procura. «Il giorno dell'incidente il medico legale di turno era il dottor Giovanni Cecchetto, invece è stato chiamato il professor Montisci» ha dichiarato in aula il poliziotto. È questo il punto cardine dell'inchiesta, sui cui l'accusa punta tutto. A contattare il professor Massimo Montisci, invece del dottor Cecchetto, era stato il sostituto procuratore Vartan Giacomelli. Una procedura del tutto regolare secondo la difesa del professore, rappresentata dall'avvocato Emanuele Fragasso jr, perchè Montisci è specializzato negli esami di tossicologia e il dottor Cecchetto all'epoca non lo era. E la Procura aveva proprio chiesto un approfondimento tossicologico, sullo scooterista Tiveron deceduto alle 13.49 al pronto soccorso. Ma per l'accusa, invece, Montisci si sarebbe accreditato per eseguire l'autopsia sul 72enne con l'unico scopo di favorire Domenico Mantoan, allora direttore generale della sanità veneta, quel giorno a bordo della Fiat Tipo che davanti allo Iov ha centrato Tiveron.
Sturaro in aula ha poi raccontato di come il giorno dopo l'incidente Montisci abbia chiamato il pm Giacomelli. Ma anche in questo caso la difesa ha ricordato che il professor Montisci, il giorno 12 settembre del 2016 era stato incaricato dallo stesso magistrato di eseguire l'autopsia sul corpo di un cittadino romeno. Per cui, ancora per la difesa, non è per nulla provato che Montisci al telefono parlasse di Tiveron. Nella prossima udienza, fissata l'8 novembre (nello stesso giorno Montisci è a processo anche per il presunto scandalo delle provette alterate a Medicina legale), tra i testimoni ci sarà anche Vartan Giacomelli ora giudice del Tribunale di Ferrara. Mentre in quella del 10 gennaio a sedere sul banco dei testimoni sarà Domenico Mantoan.
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci