MERLARA- MONSELICE
Emergenza Coronavirus, si aggiorna tragicamente il bilancio

Venerdì 27 Marzo 2020
MERLARA- MONSELICE
Emergenza Coronavirus, si aggiorna tragicamente il bilancio delle vittime, tra ospedale e casa di riposo. E ora scatta una indagine della Procyra per una donna morta dopo le dimissioni. Giovannina Favero, 58 anni, impiegata di Massanzago, era stata ricoverata l'8 marzo in malattie infettive a Padova per polmonite da Covid. Sembrava si fosse ripresa benissimo. E così era stata dimessa dal nosocomio di Padova per essere trasferita alla casa di cura Villa Maria dove ci sono alcuni posti per le degenze post-emergenze. Ma il 23 marzo aveva iniziato ad accusare dolori addominali sempre più forti, finchè martedì scorso è morta. La famiglia ha presentato un esposto in procura ed il Pm Girlando ha nominato il dottor Cirnelli per l'accertamento autoptico che si svolgerà domani mattina ad Anatomia patologica dell'università di Padova diretta da Cristina Basso. I familiari nomineranno un proprio perito. Un medico della casa di riposo è stato iscritto sul registro degli indagati.
Le ultime 24 ore sono state segnate da quattro nuovi lutti nella provincia padovana. Un'anziana si è spenta nella casa di riposo di Merlara, mentre altre tre persone hanno esalato il loro ultimo respiro all'ospedale Madre Teresa di Schiavonia, dove erano state ricoverate a causa del rapido aggravarsi dei sintomi da Covid-19.
Maria Meneghinello, 95 anni, di Sant'Urbano, è la sedicesima vittima della casa di riposo di Merlara, da quando all'interno del pensionato Scarmignan è scoppiata l'epidemia di Coronavirus che sembra non lasciare tregua agli anziani ospiti.
TAMPONE
Il tampone fatto due settimane fa aveva dato esito positivo nonostante l'anziana non presentasse sintomi particolari che potessero fare pensare al micidiale virus: niente febbre né colpi di tosse. Eppure l'anziana si è spenta mercoledì sera, nel pensionato. «L'avevo sentita domenica al telefono racconta il figlio Maurizio Rivarollo, 64 anni . Era preoccupata ma più per me e mia sorella Alessandra che per sé stessa». Maria era fatta così: una mamma premurosa, soprattutto da quando aveva perso il terzo figlio, Tiziano, morto una quindicina di anni fa. La situazione è precipitata in pochi giorni: «Lunedì le hanno fatto una flebo perché non mangiava più e mercoledì l'hanno messa sotto ossigeno perché faceva fatica a respirare prosegue il figlio, che prima dell'epidemia passava a trovare la madre quasi ogni giorno . Avevo capito che le cose non si stavano mettendo bene ma non pensavo di perderla così all'improvviso. Nella casa di riposo si sta consumando una tragedia».
PELLEGRINAGGI
Da giovane Maria aveva lavorato come bracciante nei campi, poi si era dedicata alla famiglia e circa trent'anni fa era rimasta vedova. Abitava nella frazione di Ca' Morosini e partecipava volentieri alle gite di paese e ai pellegrinaggi organizzati dalla parrocchia. In casa di riposo ci è andata l'anno scorso, dopo due rovinose cadute che le sono costate fratture ai polsi e al femore. Nella Residenza Scarmignan Maria si sentiva a proprio agio con gli altri ospiti e con il personale. Era affettuosa e riconoscente con chi si prendeva cura di lei: «Hai mangiato? Prendine metà», diceva alle operatrici porgendo il suo piatto.
MADRE TERESA DI CALCUTTA
L'ospedale Madre Teresa di Calcutta, invece, ha registrato ben tre decessi. Hanno perso la vita un 80enne di Campodarsego, un'86enne di Monselice e un 68enne di Arre. L'86enne Dolores Iole Venturotti era molto nota soprattutto nella frazione monselicense di Marendole, dove viveva con il marito Mario Rossin. La sua grande famiglia si è stretta in un riserbo pieno di dolore, cercando di proteggere soprattutto l'anziano coniuge rimasto solo. Difficile trovare le parole per dirgli che l'amore della sua vita non c'è più. Moglie devota, madre e nonna affettuosa, la signora Dolores ha lasciato, oltre al marito, i figli Maurizio, Mara e Donatella, i nipoti Alessandro, Francesca e Giulia, la pronipote Arianna e una sorella.
SINTOMI
Antonio Turato, di Arre, si era ammalato circa due settimane fa, poi le condizioni si erano aggravate e il 15 marzo scorso, nel giorno del suo 68mo compleanno, è stato ricoverato all'ospedale di Schiavonia, con i sintomi della broncopolmonite, che dopo alcuni giorni in terapia intensiva lo hanno condotto alla morte nella giornata di ieri. In ospedale dal 16 marzo anche la moglie Rita, di pochi anni più giovane, che ora lotta in terapia intensiva.
«Papà era un uomo davvero buono, nonostante l'aspetto burbero», ricorda la figlia Marika, di 26 anni, che con il fratello Denny, di 38 anni, condivide queste settimane di ansia per la salute dei genitori. Antonio, dopo oltre vent'anni di lavoro in una ditta di Conselve, si prendeva cura della Villa Marin, adiacente alla sua abitazione in via Roma e di proprietà di una famiglia residente a Padova. «Papà era sempre pronto a dare una mano, quando qualcuno gliela chiedeva, e in tono affettuoso mi chiamava Mamy. - aggiunge commossa Marika - Era innamorato del nipotino di quattro anni, figlio di Denny. Ora preghiamo per lui e soprattutto perché almeno mamma Rita possa fare ritorno a casa».
Nicola Benvenuti, Camilla Bovo e Maria Elena Pattaro
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