Mazzette e permessi, inchiesta chiusa: 2 agenti tra gli 11 indagati

Sabato 12 Gennaio 2019
Mazzette e permessi, inchiesta chiusa: 2 agenti tra gli 11 indagati
LO SCANDALO
PADOVA Il filone bis delle mazzette in Questura si è concluso con altri undici indagati, tra cui due poliziotti. Tutti sono accusati a vario titolo di concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio e falsità ideologica continuata in concorso. Secondo gli inquirenti i due agenti, all'epoca dei fatti in servizio nell'Ufficio immigrazione, si facevano pagare, attraverso una rete fatta di commercialisti e consulenti del lavoro, per agevolare i cittadini cinesi nell'ottenere il permesso di soggiorno.
IL MECCANISMO
Il boss dell'organizzazione, secondo l'accusa rappresentata dal sostituto procuratore Sergio Dini, sarebbe stato il sovrintendente capo Renzo Dalla Costa 51 anni di Campo San Martino, fermato il 6 febbraio del 2017, e soprannominato la volpe. Dalla Costa si sarebbe messo in tasca mazzette per 200 mila euro. Il suo braccio destro, in questa secondo filone dell'indagine, è risultato essere l'assistente capo Fausto Fanelli, 50 anni residente a Padova ed ex sindacalista del Coisp (sindacato di Polizia). Per l'accusa Fanelli, in collaborazione con un paio di consulenti del lavoro, un commercialista e alcuni stranieri, ha ricevuto somme di denaro, mazzette, per allegare alle pratiche per la concessione dei permessi di soggiorno a favore di cittadini cinesi documentazione falsa. Come, certificati di residenza, certificati di conoscenza della lingua italiana e certificati di rapporti di lavoro con false buste paga. E della falsità delle carte, ancora secondo l'accusa, erano a conoscenza sia Fanelli e sia Dalla Costa. Quest'ultimo, la volpe, finito anche nel primo filone dell'inchiesta, è stato considerato dagli inquirenti come una persona pericolosa per la sicurezza nazionale. Il Gip Margherita Brunello nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti dell'ex sovrintendente capo Renzo Dalla Costa (a processo in rito abbreviato per il primo stralcio) ha scritto ...Il fatto che un funzionario di polizia, in un momento simile per il terrorismo, permetta con queste modalità corruttive l'accesso e il transito di stranieri extracomunitari non identificati, è un fatto gravissimo.... Ancora per l'accusa i due poliziotti, Fanelli e Della Costa, si sarebbero fatti pagare un permesso di soggiorno da mille a duemila euro. In totale i permessi falsi emessi dalla Questura tra il 2013 e il 2016 sarebbero 400.
GLI ALTRI INDAGATI
Nei guai sono finiti anche gli italiani Denis Costa, 60 anni residente a Campodarsego e di professione consulente del lavoro. Franco Menegon 63 anni di Padova anche lui consulente del lavoro. Poi il commercialista Cristiano Sachs 40 anni di Padova e Marta Fassina 30 anni di Vigonza. Quindi i cittadini cinesi Xiaoling Hu 50 anni di Padova, Xinmiao Chen 29 anni di Borgoricco, Fang Xu 36 anni di Padova. Infine Diana Curjos 38 anni, cittadina moldava e residente a Ponte San Nicolò, e il macedone Feta Seferi 59 anni residente a Camposampiero. Tra questi c'è il broker assicurativo asiatico Xinmiao Chen che, già inserito nel primo stralcio di indagini, per quei fatti ha patteggiato tre anni e cinque mesi. Nel secondo filone, il pubblico ministero, ha citato ma non iscritto nel registro degli indagati anche l'ex assistente della polizia con funzioni di collaboratore tecnico Pierangelo Capuzzo che ha già patteggiato 4 anni. In questo caso è stato menzionato perchè avrebbe agito in concorso, sempre per fare avere ai cinesi a seguito di pagamento permessi di soggiorno falsi, con l'asiatico Xialing Hu detto Emilio. E poi il commercialista e i consulenti del lavoro che, sempre secondo l'accusa, hanno aiutato i due poliziotti Fanelli e Della Costa a redigere i falsi certificati come le false buste paga. Infine i galoppini, come la moldava e il macedone, che ancora per l'accusa spostavano le mazzette dai cinesi ai due agenti.
Marco Aldighieri
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