Marijuana in cambio di criptovaluta, finisce in cella pure un ventunenne

Mercoledì 19 Dicembre 2018
Marijuana in cambio di criptovaluta, finisce in cella pure un ventunenne
SPACCIO
PADOVA È finito in carcere anche Piero Pasqualini, il 21enne trevigiano, che era tra gli indagati dell'operazione Bitcoin della Squadra mobile, guidata da Mauro Carisdeo, e che ha già portato all'arresto di altre 22 persone, che acquistavano droga nel Deep Web e reinvestivano i proventi in criptovaluta. La maxi indagine si era concentrata sull'analisi di un giro d'affari da circa 20 milioni di euro in moneta virtuale.
Lunedì la Squadra mobile della Questura ha tratto in arresto il trevigiano in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari.
Dopo l'esecuzione di quei primi provvedimenti, il 9 ottobre scorso, gli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Benedetto Roberti, hanno continuato a raccogliere elementi di prova che hanno consentito di definire il ruolo di Pasqualin.
Il giovane, ripreso in più occasioni dalle telecamere installate in prossimità della villetta di via Mentana mentre scaricava gli scatoloni con la droga che giungevano tramite i corrieri, è risultato un elemento ben inserito nel contesto criminale tanto da essere incaricato della gestione del denaro per il pagamento dei fornitori, con i quali si teneva in contatto mediante la nota applicazione Wichr, erroneamente ritenuta dagli stessi intercettabile.
Le accuse nei confronti dei soggetti arrestati sono di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Per due di loro si aggiunge quella di autoriciclaggio. Il capo della banda è Emanuele Lovato, 35 anni, che gestisce il bar Alexandre di via Zabarella a Padova. Gli agenti stavano monitorando il Deep Web per verificare gli acquisti illeciti di droga, offerta anche a due poliziotti che agivano sotto copertura. Gli investigatori sono così riusciti a individuare un cambista che si faceva pagare la droga in bitcoin. L'uomo viveva con la fidanzata Marianna Zoia, 37 anni di Padova, e alcuni amici: Deniz Marte Akyil, 29 anni e il romeno Raul Buta, 30 anni. Sono finiti pure loro dietro le sbarre così come Omar Raia Abo, 24enne milanese, Lorenzo Dal Fabbro, 27 anni di Padova e Francesco Di Mari, pure lui milanese di 20 anni.
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