LA DENUNCIA
PADOVA Lo scorso anno sono state 878 le donne che hanno chiesto aiuto al Centro Veneto Progetti Donna di Padova, nell' 82,4% dei casi le violenze subite erano ad opera del partner o di un ex. Nel 9% a maltrattarle si trattava di un familiare e nell'1% dei casi la violenza arrivava da un amico, sempre 1% la percentuale che ha indicato un collega di lavoro, nel 3,9% un conoscente e nel 2,7% uno sconosciuto. Questi i dati dell'attività del Centro che, fin dal 1990 agisce contro la violenza sulle donne.
Di Lavoro con gli uomini maltrattanti in un'ottica di protezione della donna si è discusso al Centro Culturale San Gaetano, in un convegno organizzato dal Centro in collaborazione con i comuni di Padova ed Este e l'Ordine regionale degli psicologi. «Abbiamo voluto analizzare le metodologie e le buone pratiche di intervento con gli uomini che maltrattano le donne a partire dall'esperienza ventennale del Centro norvegese Alternative to Violence che ha già seguito migliaia di casi ed è un importante riferimento europeo - spiega la presidente del Centro Patrizia Zantedeschi - A Padova dallo scorso anno esiste il Sum, Servizio Uomini Maltrattanti, che ha già accolto 28 uomini. Sono 22 quelli presi in carico che hanno usato violenza contro la partner o l'ex. L' obiettivo è aprire ora un dibattito sulle responsabilità genitoriali nelle situazioni di violenza individuando le modalità di intervento secondo quanto è indicato nella Convenzione di Istanbul (la convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica fu siglata a Istanbul l'11 maggio del 2011). Al centro dell'azione ci deve essere come priorità, l'esigenza di protezione delle donne e dei minori».
Tra i relatori Mirella Zambello, presidente dell'Ordine degli assistenti sociali del Veneto: «Sono numerose le ricerche che hanno messo in evidenza come ogni euro che viene speso nella prevenzione e nel contrasto alla violenza contro le donne ne restituisca molti di più in termini di ricavo sociale e di benessere prodotto a favore di tutta la società - sottolinea Zambello - va quindi decisamente superata la logica emergenziale si deve ripartire invece dalla prevenzione programmando in questa direzione le politiche sociali. Per far questo è essenziale tornare a investire nei servizi sociali che oggi devono fare i conti con una generalizzata carenza di organico. Questo limita forte fortemente le possibilità di intervento sul fronte della prevenzione. Fondamentale inoltre è il lavoro di rete fra le istituzioni».
Luisa Morbiato
PADOVA Lo scorso anno sono state 878 le donne che hanno chiesto aiuto al Centro Veneto Progetti Donna di Padova, nell' 82,4% dei casi le violenze subite erano ad opera del partner o di un ex. Nel 9% a maltrattarle si trattava di un familiare e nell'1% dei casi la violenza arrivava da un amico, sempre 1% la percentuale che ha indicato un collega di lavoro, nel 3,9% un conoscente e nel 2,7% uno sconosciuto. Questi i dati dell'attività del Centro che, fin dal 1990 agisce contro la violenza sulle donne.
Di Lavoro con gli uomini maltrattanti in un'ottica di protezione della donna si è discusso al Centro Culturale San Gaetano, in un convegno organizzato dal Centro in collaborazione con i comuni di Padova ed Este e l'Ordine regionale degli psicologi. «Abbiamo voluto analizzare le metodologie e le buone pratiche di intervento con gli uomini che maltrattano le donne a partire dall'esperienza ventennale del Centro norvegese Alternative to Violence che ha già seguito migliaia di casi ed è un importante riferimento europeo - spiega la presidente del Centro Patrizia Zantedeschi - A Padova dallo scorso anno esiste il Sum, Servizio Uomini Maltrattanti, che ha già accolto 28 uomini. Sono 22 quelli presi in carico che hanno usato violenza contro la partner o l'ex. L' obiettivo è aprire ora un dibattito sulle responsabilità genitoriali nelle situazioni di violenza individuando le modalità di intervento secondo quanto è indicato nella Convenzione di Istanbul (la convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica fu siglata a Istanbul l'11 maggio del 2011). Al centro dell'azione ci deve essere come priorità, l'esigenza di protezione delle donne e dei minori».
Tra i relatori Mirella Zambello, presidente dell'Ordine degli assistenti sociali del Veneto: «Sono numerose le ricerche che hanno messo in evidenza come ogni euro che viene speso nella prevenzione e nel contrasto alla violenza contro le donne ne restituisca molti di più in termini di ricavo sociale e di benessere prodotto a favore di tutta la società - sottolinea Zambello - va quindi decisamente superata la logica emergenziale si deve ripartire invece dalla prevenzione programmando in questa direzione le politiche sociali. Per far questo è essenziale tornare a investire nei servizi sociali che oggi devono fare i conti con una generalizzata carenza di organico. Questo limita forte fortemente le possibilità di intervento sul fronte della prevenzione. Fondamentale inoltre è il lavoro di rete fra le istituzioni».
Luisa Morbiato