Maltrattate dagli uomini 878 casi in dodici mesi

Lunedì 23 Ottobre 2017
LA DENUNCIA
PADOVA Lo scorso anno sono state 878 le donne che hanno chiesto aiuto al Centro Veneto Progetti Donna di Padova, nell' 82,4% dei casi le violenze subite erano ad opera del partner o di un ex. Nel 9% a maltrattarle si trattava di un familiare e nell'1% dei casi la violenza arrivava da un amico, sempre 1% la percentuale che ha indicato un collega di lavoro, nel 3,9% un conoscente e nel 2,7% uno sconosciuto. Questi i dati dell'attività del Centro che, fin dal 1990 agisce contro la violenza sulle donne.
Di Lavoro con gli uomini maltrattanti in un'ottica di protezione della donna si è discusso al Centro Culturale San Gaetano, in un convegno organizzato dal Centro in collaborazione con i comuni di Padova ed Este e l'Ordine regionale degli psicologi. «Abbiamo voluto analizzare le metodologie e le buone pratiche di intervento con gli uomini che maltrattano le donne a partire dall'esperienza ventennale del Centro norvegese Alternative to Violence che ha già seguito migliaia di casi ed è un importante riferimento europeo - spiega la presidente del Centro Patrizia Zantedeschi - A Padova dallo scorso anno esiste il Sum, Servizio Uomini Maltrattanti, che ha già accolto 28 uomini. Sono 22 quelli presi in carico che hanno usato violenza contro la partner o l'ex. L' obiettivo è aprire ora un dibattito sulle responsabilità genitoriali nelle situazioni di violenza individuando le modalità di intervento secondo quanto è indicato nella Convenzione di Istanbul (la convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica fu siglata a Istanbul l'11 maggio del 2011). Al centro dell'azione ci deve essere come priorità, l'esigenza di protezione delle donne e dei minori».
Tra i relatori Mirella Zambello, presidente dell'Ordine degli assistenti sociali del Veneto: «Sono numerose le ricerche che hanno messo in evidenza come ogni euro che viene speso nella prevenzione e nel contrasto alla violenza contro le donne ne restituisca molti di più in termini di ricavo sociale e di benessere prodotto a favore di tutta la società - sottolinea Zambello - va quindi decisamente superata la logica emergenziale si deve ripartire invece dalla prevenzione programmando in questa direzione le politiche sociali. Per far questo è essenziale tornare a investire nei servizi sociali che oggi devono fare i conti con una generalizzata carenza di organico. Questo limita forte fortemente le possibilità di intervento sul fronte della prevenzione. Fondamentale inoltre è il lavoro di rete fra le istituzioni».
Luisa Morbiato

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