Malore fatale ad alta quota, papà muore davanti ai figli

Lunedì 25 Marzo 2019
Malore fatale ad alta quota, papà muore davanti ai figli
GALLIERA VENETA
Un malore mentre era in montagna assieme ai figli. Purtroppo nonostante il soccorso in elicottero, è morto poche ore dopo il ricovero in ospedale. Le sue condizioni erano apparse subito critiche. Nonostante il prodigarsi dei medici, non è stato possibile salvare la vita a Simone Didonè, quarantaquattro anni, sposato e padre di tre figli, morto ieri poco dopo le 7 all'ospedale Ca' Foncello di Treviso. Didonè risiedeva a Cassola, in provincia di Vicenza, ma era originario di Galliera Veneta dove abitano gli altri parenti e dove si trova l'azienda di famiglia che gestiva con altri due cugini. Persona molto nota non solo nel suo paese, ma anche nel cittadellese. Una gravissima ed improvvisa perdita che si aggiunge a quella dello zio Mario, avvenuta il 6 marzo scorso. Nel nosocomio della Marca, l'imprenditore era giunto con l'elicottero del Servizio urgenza ed emergenza medica 118 di Pieve di Cadore, che aveva effettuato un delicato intervento di soccorso con recupero, sabato mattina sul Monte Grappa. Alle 11,20 Didonè era stato colto da malore mentre con i due figli Edoardo, di 21 anni, e Lorenzo, di 20, ed un loro amico ventenne stava affrontando la ferrata Guzzella. La moglie Silvia, casalinga, con la figlia Angelica, di 12 anni, erano rimaste a casa. Si trovava ad un'altezza di 1100 metri. Simone aveva accusato dei problemi respiratori. I figli lo hanno fatto sedere ed allertato subito il 118 che aveva informato dell'arrivo del mezzo aereo. Hanno cercato di prestargli aiuto per quanto loro possibile. L'altro amico invece è andato in un punto maggiormente aperto e visibile, per segnalare immediatamente la sua presenza all'elicottero in arrivo, così da risparmiare tempo prezioso per le operazioni di soccorso. L'eliambulanza di Treviso Emergenza era impegnata in un altro intervento. É giunto quindi il mezzo aereo dell'azienda sanitaria bellunese. Il personale dell'equipe medica è stato fatto sbarcare utilizzando il verricello. Didonè, le cui condizioni sono peggiorate minuto dopo minuto, è andato in arresto cardiaco.
CONDIZIONI CRITICHE
É stato rianimato e successivamente, una volta stabilizzato, caricato in elicottero e portato a Treviso in condizioni comunque critiche. Codice rosso. Purtroppo la situazione clinica ha subito ora dopo ora un peggioramento, arrivando al doloroso epilogo. Soffriva di cuore, ma seguiva terapie e controlli e non aveva particolari restrizioni relativamente alle attività da svolgere. Non fosse stato così, non sarebbe certamente salito in montagna, della quale era appassionatissimo, come racconta Gloria, la mamma di Simone con grande forza d'animo, attorniata dai figli e dai parenti: «In montagna andava tutte le domeniche, era proprio appassionato. Con i figli come sabato o con la moglie e la figlia. Era anche un lavoratore instancabile, forse troppo, ma in tutto quello che faceva ci metteva sempre tanta, tanta passione». Famiglia, lavoro e montagna in ogni periodo dell'anno, gli elementi caratterizzanti la vita di Simone Didonè che a maggio avrebbe festeggiato quarantacinque anni. Grande il cordoglio a Cassola e nella cittadina d'origine dove vivono la mamma, e i fratelli Alessandro ed Elena. Simone lavorava nell'impresa fondata dal padre Piero nel 1963, e mancato due anni fa, assieme ai fratelli Giorgio e Giovanni che ora piangono l'amato nipote. L'azienda opera nel settore della lavorazione della lamiera e carpenteria. Conta attualmente una ventina di addetti.
Michelangelo Cecchetto
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