Magazzino distrutto, allarme per la nube

Giovedì 14 Novembre 2019
LA GIORNATA
SAN PIETRO IN GU Da un lato un cielo limpido, nitidissimo, che permette di vedere le cime delle montagne innevate. Dall'altro, un vero e proprio inferno: una nube di fumo nero alta più di venti metri, un'aria irrespirabile e un capannone divorato dalle fiamme. È lo scenario che si è trovato davanti ieri mattina Angelo Gallio, titolare della Rotogal di San Pietro in Gu, azienda con oltre 60 dipendenti che da mezzo secolo produce nastri adesivi. Per fortuna non ci sono feriti, ma l'incendio ha devastato il magazzino suscitando tanta paura in diversi comuni dell'Alta Padovana. Le raffiche di vento, infatti, hanno reso imprevedibile lo spostamento di quella grande nube. Il passaparola è scattato subito, di sindaco in sindaco: «Evitate di uscire di casa». Il rogo è stato domato in due ore ma gli esperti sono ancora al lavoro: i vigili del fuoco indagano sulle cause, ancora sconosciute, mentre i tecnici dell'Arpav analizzano i campioni d'aria.
L'ALLARME
L'incubo di Angelo Gallio, fondatore nel 1972 di questa realtà in grado di lavorare anche e soprattutto con il mercato estero, inizia alle 6.55 del mattino. È già sveglio, nella sua villetta affacciata sulla provinciale Vecchia Postumia, quando il cellulare suona all'improvviso. È l'allarme antincendio della sua azienda, che ha sede a due passi di distanza. Gallio sgrana gli occhi, apre la finestra e inizia a urlare. La chiamata al 115 parte immediata, intanto lui si fionda a piedi sul posto. Capisce subito che il problema non è nello stabilimento principale (dove ci sono l'amministrazione e il reparto produttivo) ma nel magazzino adiacente. È lì, in quell'edificio da 700 metri quadri dedicato al deposito delle materia prime, che regna l'inferno. All'esterno ci sono vernici e diluenti per la stampa (materiale infiammabile) mentre all'interno sono custodite soprattutto bobine in carta, pvc e polipropilene. Quando Gallio si affaccia, le fiamme stanno già divorando i materiali e facendo collassare le tegole. È lui il primo a intervenire: agisce d'istinto, impugna l'estintore e prova a limitare i danni. Nel giro di pochi minuti arriva la prima squadra dei pompieri, poi su San Pietro in Gu inizia anche a piovere: il cielo limpido non c'è più, ma quell'acqua aiuta a soffocare la nube. Alla fine i pompieri impegnati saranno 25, per tutta la mattinata.
I TESTIMONI
La Rotogal, 63 dipendenti di cui 10 impegnati nell'amministrazione, è un'azienda che lavora a ciclo continuo. Ciò che significa che ogni mattina alle 5 un gruppo di dipendenti entra in turno e vi resta fino alle 13. Erano 15 quelli al lavoro ieri, nello stabilimento accanto a quello del rogo. «Uno di loro cinque minuti prima dell'allarme era entrato in magazzino per prendere delle bobine e portarle al proprio reparto. Mi ha detto che non c'era nessun problema» racconta Gallio, camminando nervosamente con il telefono all'orecchio.
L'ORDINANZA
Sul posto corre il sindaco Paolo Polati, prendendo contatti con la Prefettura per coordinare l'emergenza. La Provinciale viene chiusa e riaprirà solo alle 11.12. Il primo appello ai cittadini viene lanciato alle 8 in punto: «Si consiglia di rimanere chiusi in casa tenendo chiuse porte e finestre fino a nuove indicazioni. Si vieta, in via precauzionale, il consumo di frutta e ortaggi coltivati nel comune di San Pietro in Gu in attesa di nuove disposizioni». Alle 13 un nuovo annuncio: «La situazione è sotto controllo, ma si consiglia in via precauzionale di non mangiare frutta e ortaggi coltivati nelle zone limitrofe». Inviti a chiudere le finestre anche dai comuni di Grantorto, Piazzola sul Brenta e Gazzo Padovano. La grande paura è passata, ma ora si attendono gli esiti di analisi e indagini.
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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