Lunghe file anche in farmacia: «Non venga chi ha i sintomi Covid»

Venerdì 24 Dicembre 2021
Lunghe file anche in farmacia: «Non venga chi ha i sintomi Covid»
LA SITUAZIONE
PADOVA Ci sono code lunghissime fuori dalle farmacie dove si effettuano i tamponi. Ed è in costante aumento il numero dei referti positivi, che supera il 10% del totale.
Pure le richieste degli utenti per effettuare il test continuano a salire, nonostante ogni attività ne processi ormai circa un centinaio al giorno, mentre le prenotazioni sono vicine al tutto esaurito per i prossimi due mesi, così come quelle per la somministrazione dei vaccini.
Una situazione complicata, aggravata dal fatto che per il test ai farmacisti si rivolgono non solo coloro che ne avrebbero diritto, cioè gli asintomatici, ma anche utenti che invece presentano già i malesseri tipici del virus, come febbre o raffreddore, e che quindi, in base alle disposizioni, dovrebbero recarsi negli appositi centri preposti all'effettuazione dei tamponi.
«Rispetto all'estate scorsa - denuncia Andrea Collesei, presidente dei farmacisti non titolari di Padova - riscontriamo molti più casi di persone contagiate, anche fra quelle vaccinate, e che quindi risultano asintomatiche, ma che se non lo fossero, sarebbero in rianimazione, o al cimitero».
«La novità è rappresentata dai bambini al di sotto degli 11 anni, tra i quali troviamo molti positivi. E qui si innesca un cortocircuito, in quanto la scuola fa la segnalazione al Sisp, che non sempre nel giro di 48 ore si attiva allertando il pediatra per far fare i tamponi ai piccoli venuti a contatto con un contagiato. Nel contempo i genitori non sanno come regolarsi per la quarantena, sono incerti se andare al lavoro avendo un figlio in isolamento fiduciario, peraltro senza avere la certezza sul fatto che abbia contratto il virus».
«Alcuni cercano di far fare il molecolare ai ragazzini, altri li portano in farmacia in assenza di disposizioni chiare». «L'unico aspetto positivo - dice poi Collesei - è che diversi no vax sono venuti a vaccinarsi da noi con Pfizer e Moderna, e che altri stanno fissando l'appuntamento».
«Sia io che i colleghi di Farmacieunite - dice poi il segretario nazionale Maurizio Giacomazzi - stiamo riscontrando molti positivi, ma tra gli adulti, non tra i bambini. Purtroppo il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica non si fa tempestivamente carico di queste situazioni e quindi alla farmacia non si rivolgono solo gli asintomatici, ma tutti, persino coloro che per esempio devono effettuare il tampone di controllo al termine della quarantena».
«Abbiamo costantemente code interminabili davanti alle vetrine, con il risultato che anche chi è in isolamento fiduciario chiede a noi di fare il test, o in alternativa prova a comprare quello fai da te, oppure a eseguire l'esame salivare, con esiti a mio avviso inaffidabili, che favoriscono il dilagare dei contagi».
Intanto sull'argomento l'Ulss ha inviato ai medici di base una comunicazione chiarificatrice.
«Abbiamo segnalazioni di pazienti con i sintomi del Covid che si rivolgono alle farmacie per l'esecuzione del test antigenico rapido - riporta la nota - Ricordiamo che, come prevede il protocollo nazionale, i tamponi dal farmacista possono essere effettuati da chi non presenta sintomi riconducibili al virus, come tosse, febbre superiore a 37,5°C, dolori osteo-articolari, mal di gola, o che non siano venuti a contatto con un positivo nelle 48 ore precedenti al test. Pertanto chiediamo ai medici di famiglia di rendere note queste disposizioni agli utenti che si recano negli ambulatori per chiedere la prescrizione del test».
Nicoletta Cozza
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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