Luigi Tarzia: «Il gettone di presenza non è un tabù»

Domenica 13 Gennaio 2019
IL DIBATTITO
PADOVA «L'aumento del gettone di presenza è anche questione di dignità». Dopo le anticipazioni di fine anno del presidente del consiglio comunale Giovanni Tagliavini, ora arriva la conferma: entro fine anno, con ogni probabilità il gettone che viene corrisposto ai consiglieri per ogni seduta del parlamentino di palazzo Moroni o per la partecipazione alle commissioni consiliari è destinato ad essere rivisto verso l'alto. Attualmente l'emolumento si attesta a 45 euro lordi, ed è tra i più bassi di tutti i capoluoghi del Veneto.
Nelle scorse settimane, sulla questione si sarebbe creata un sorta di convergenza bipartisan che potrebbe concretizzarsi in occasione del primo assestamento di bilancio. Convergenza da cui si sarebbero smarcati in pochi. Tra loro la consigliera di Coalizione civica Daniela Ruffini che avrebbe suggerito di attendere tempi migliori per varare un provvedimento che, sicuramente, farà salire sulle barricate i professionisti dell'antipolitica. «Effettivamente è in corso un'interlocuzione sulla questione, un'interlocuzione che coinvolge maggioranza e opposizione conferma il consigliere della lista Giordani Luigi Tarzia credo che, sulla faccenda, sia disposto al confronto anche il sindaco». «La questione va affrontata con una certa laicità aggiunge l'esponente centrista È sbagliato gettare la croce addosso a chi pone il problema. Oggettivamente, il gettone corrisposto a Padova è molto basso. Meno della metà di quello che percepiscono i consiglieri di una realtà più piccola come Treviso. Qui infatti l'emolumento lordo è di 92,96 euro». «Io ne faccio soprattutto una questione di dignità dice ancora Tarzia qui nessuno vuole vivere di politica. Il punto è che il riconoscimento economico deve essere proporzionale all'impegno richiesto. Io ho la mia professione e quanto vale il gettone non mi preoccupa più di tanto. Penso, però, ai giovani che s'impegnano in politica e che, magari, per partecipare ai consigli o alle commissioni, devono rinunciare ad una parte delle loro entrate. Il rischio è quello che queste persone si possano allontanare dall'impegno politico». «Il messaggio che voglio far passare dice ancora l'esponente della lista Giordani - è che l'argomento non deve essere più un tabù. Magari si potrebbe valutare di diversificare i gettoni a seconda che si partecipi a una commissione o a una seduta di consiglio che può durare fino a tarda notte. Lo ripeto conclude il problema non sono i soldi. Si tratta soprattutto di un problema di dignità».
Al.Rod.
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