LO SCREENING
PADOVA Non si arresta la battaglia contro il Coronavirus nelle case

Sabato 4 Aprile 2020
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PADOVA Non si arresta la battaglia contro il Coronavirus nelle case di riposo padovane. Per avere il polso reale della diffusione del contagio negli istituti, sono già stati messi in campo i nuovi test rapidi sierologici: in un'ora indicano chi ha sviluppato anticorpi. Intanto salgono a 293 gli ospiti positivi al tampone oltre a 91 dipendenti. L'Ulss 6 Euganea ha eseguito 1.251 test, che equivalgono ad una copertura del 20% dei 5.586 ospiti delle case di riposo e strutture residenziali. I protocolli di sicurezza, che prima di tutto prevedono l'isolamento dei casi confermati e sospetti, sono sempre più rigorosi in tutti i 37 istituti del territorio. Quattro le strutture più in difficoltà: la casa di cura di Merlara, l'Ira di Padova e i centri servizi anziani di Galzignano e Monselice. L'epidemia finora si è portata via silenziosamente una quarantina di anziani. Se n'è parlato in occasione del punto stampa trasmesso via Facebook dall'Ulss 6 Euganea.
LA RAPIDITÁ
«Stiamo avviando i test rapidi per avere la risposta della positività nel giro di un'ora ha detto il direttore generale Domenico Scibetta - potranno mostrare anche l'eventuale presenza o meno degli anticorpi. Il dato aggiornato è che abbiamo fatto 1.251 tamponi, e al momento abbiamo riscontrato 384 positivi. La maggior parte di tamponi positivi si riferisce alle quattro strutture dove abbiamo avuto più problemi. I residenti sono 5.586, quindi abbiamo coperto il 20% della popolazione, oltre che il grosso degli operatori per un totale di circa 3 mila tamponi. In termini di sostegno organizzativo il monitoraggio è costante. Alcune risorse che erano impiegate nei centri diurni, ora chiusi, sono state dirottate verso le situazioni più critiche». Un team formato da medici geriatri, igienisti, infermieri, assistenti sanitari, servizi sociali è già all'opera negli istituti per dare indicazioni sui percorsi da adottare per contenere il rischio. Ha preso il via una ricognizione per reperire personale dove necessario. «Abbiamo ricevuto segnalazioni non appropriate sottolinea Paolo Fortuna, direttore dei Servizi sociali - ci sono richieste che vanno al di là delle reali necessità». La direzione si appresta a fare una fotografia precisa dei fabbisogni di ciascuna casa di riposo. «Ieri sera una struttura racconta Scibetta - a fronte di tre operatori venuti meno, ci ha chiesto dieci infermieri e sedici operatori. Non è possibile, questo non ci aiuta ad avere la visione oggettiva».
RISULTATI POSITIVI
Dalle terapie intensive iniziano a uscire i primi pazienti dopo lunghi ricoveri, mentre sono ormai un centinaio i dimessi dai reparti di Malattie infettive. «Il dato sulle dimissioni è il primo risultato positivo che come sanitari ci sentiamo di dare - dichiara Patrizia Benini, direttore sanitario - a Cittadella abbiamo dedicato la terapia intensiva unicamente ai pazienti positivi per Covid-19 e abbiamo una media di sei pazienti, pur con capacità di otto. Sono ben utilizzati anche i due ospedali di comunità a Camposampiero con 12 posti letto e a Villa Maria con 14 posti letto. La situazione ospedaliera è controllata». Per ora si regge bene l'emergenza a Schiavonia, Cittadella e nella struttura convenzionata di Villa Maria. All'ospedale di Camposampiero nel reparto di Geriatria è stato isolato un cluster di sei pazienti e undici dipendenti positivi. Prosegue anche la campagna di tamponi sulla popolazione grazie a dieci equipe a domicilio, attivate per coloro che non possono recarsi nelle otto postazioni del distretto euganeo.
Sul dramma delle case di riposo si esprime anche l'associazione degli anziani e pensionati legata a Confartigianato. «Un dolore per l'intero Paese - afferma il presidente provinciale di Anap, Raffaele Zordanazzo - la vita di ciascuno è preziosa e va tutelata, in ogni fase; l'anziano ha diritto alla serenità e alla cura anche nei suoi ultimi anni. Occorre fare qualcosa al più presto per mettere in sicurezza le residenze per gli anziani: sappiamo che la lotta a questo virus è solo all'inizio e l'attenzione e il supporto delle autorità deve riguardare tutti i cittadini». Sono 7 mila le strutture in Italia, con oltre 300 mila anziani, a cui si aggiunge il personale - medici, infermieri e oss - che li accudisce. «Al di là del ricercare le cause che hanno portato a tanti decessi, adesso è il momento di agire aggiunge Zordanazzo - bisogna garantire l'arrivo dei dispositivi di sicurezza e la prova del tampone per tutti». Anap ha diffuso un vademecum dedicato alla terza età con consigli pratici su come difendersi dal contagio, scaricabile dal sito anap.it.
Elisa Fais
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