LO SCENARIO
PADOVA Nove unioni dei Comuni, per un totale di 35 amministrazioni

Giovedì 24 Ottobre 2019
LO SCENARIO
PADOVA Nove unioni dei Comuni, per un totale di 35 amministrazioni interessate e oltre 255 mila cittadini coinvolti. Questo era lo scenario in provincia di Padova dodici mesi fa. Un anno dopo, due unioni si sono già sciolte e altre due lo faranno a partire dal prossimo gennaio. «Il boom era stato dieci anni fa, ma ora la situazione è completamente cambiata» dicono i sindacalisti della Uil che, riuniti nel cortile interno del municipio di Padova, scelgono un termine forte per dipingere lo scenario attuale: «Un'ecatombe».
I NUMERI
Un anno fa trovavamo le seguenti unioni: Colli Euganei, Medio Brenta, Megliadina, Padova Nord Ovest, Patriarcati, Retenus, della Brenta, del Conselvano e del Camposampierese (questa prende il nome di Federazione). A tutto ciò si aggiunge il Consorzio di Polizia Locale di Padova Ovest costituito, però per la sola polizia municipale. Nel 2019, però, il puzzle si sta sgretolando. È stata scelta l'Unione Megliadina (che comprendeva Megliadino San Fidenzio, Megliadino San Vitale e Santa Margherita d'Adige, per gli effetti della fusione con la nascita del Comune di Borgo Veneto) ed è sparita anche l'Unione di Padova Nord Ovest, a cui appartenevano Piazzola sul Brenta, Campodoro, Campo San Martino e Villafranca Padovana. È già stato deciso, inoltre, lo scioglimento dell'Unione Colli Euganei (Arquaà Petrarca, Baone e Cinto Euganeo) e del Medio Brenta (Cadoneghe, Vigodarzere e Curtarolo).
LA DENUNCIA
Il quadro viene dipinto, ovviamente a tinte fosche, dai sindacalisti Salvatore Livorno, Paolo Manfrin e Michele Magrini. «A tutto ciò vanno aggiunti altri elementi - spiegano -. Si vedono segnali negativi sull'Unione Retenus e sulla Federazione dei Comuni del Camposampierese, la più storica e strutturata delle Unioni che però è attraversata da molti problemi e vedrà la fuoriuscita del comune di Trebaseleghe. Peraltro sempre nel Camposampierese si assiste ad una situazione di difficoltà legata al Comando di Polizia locale ed alla individuazione di un nuovo comandante. Certamente la Polizia locale merita, per le competenze ed elevata professionalità, maggior attenzione e rispetto. Non è una unione ma vive un momento difficile anche il Distretto di Polizia locale di Cittadella - proseguono -, anche questo alle prese con l'individuazione di un nuovo comandante e con una politica che non sembra attenta alle ragioni dei lavoratori».
LE CAUSE
I motivi di questi matrimoni in crisi sono, per i sindacati, molteplici: «L'incapacità cronica della politica locale di fare sistema superando la logica del proprio campanile, il venir meno di un flusso di finanziamento statale e regionale, oppure il fare dello scioglimento delle unioni addirittura un motivo di campagna elettorale tanto da inserirlo nel programma di governo con cui presentarsi ai cittadini per le amministrative».
LE CONSEGUENZE
Gli effetti, però, per i tre sindacalisti sono deleteri. «Ciò comporta un disorientamento demotivante per il personale, spesso trattato in modo disomogeneo dal punto di vista economico, unito ad una possibile ricaduta negativa per i servizi vista l'impossibilità di mantenere certi standard qualitativi con gli organici dei singoli comuni. Senza dimenticare i costi. Spesso lo scioglimento viene motivato per un ragione economica dimenticando i costi per costituire quelle stesse unioni, dagli studi di fattibilità alle campagne informative e promozionali. Inoltre riassumere certi servizi può comportare, paradossalmente, un incremento ulteriore di spesa. Ci si domanda da cittadini, se al condivisibile efficientismo promesso alla partenza dei progetti unificativi sia il caso di abdicare ora di fronte alla sparizione di poltrone che spesso sono trampolino irrinunciabile di questo o quel politico a cui poco importa il bene collettivo».
Parole forti a cui segue l'unica ricetta possibile, secondo i sindacati: fare fusioni, non semplici unioni. «Dovrebbe esserci una norma nazionale - evidenziano - che impone ai comuni al di sotto di una determinata soglia di mettersi assieme».
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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