LO SCENARIO
PADOVA Le scene simbolo sono quelle che arrivano dagli ospedali di

Giovedì 1 Ottobre 2020
LO SCENARIO
PADOVA Le scene simbolo sono quelle che arrivano dagli ospedali di Monselice e Camposampiero. Centinaia di persone in coda, genitori in strada con i figli in braccio e l'Ulss costretta a introdurre nuovi accessi e corsie separate. Dall'Alta Padovana alla Bassa, passando ovviamente per la città, in tutta la provincia è corsa ai tamponi per gli alunni. Dal 7 settembre (giorno in cui hanno riaperto i primi asili) ad oggi i test su bambini e ragazzini eseguiti dall'Ulss 6 Euganea e dall'Azienda ospedaliera di Padova sono complessivamente oltre 12 mila. Questa settimana è stata superata la media di 600 al giorno perché sempre più pediatri, davanti ai primi sintomi come tosse, raffreddore o mal di gola, prescrivono il tampone. La questione è delicata e nessun medico ovviamente si prende la responsabilità di sottovalutare la possibile presenza del virus.
L'altro lato della medaglia è quello dell'enorme mole di minori in isolamento in attesa del tampone, con conseguente necessità di stare a casa da scuola. Ma va anche evidenziata la paralisi dei presidi sanitari: ieri a Camposampiero c'è chi ha passato due ore di attesa in strada col bimbo al seguito, mentre alcuni dipendenti del distretto sociosanitario si sono lamentati «per il caos provocato da un ingresso comune per famiglie e operatori». Proprio per reggere l'ondata di richieste l'Azienda ospedaliera di Padova ha introdotto importanti novità: fino al 18 settembre i tamponi ai minori venivano effettuati al reparto di Malattie infettive, ora invece sono aperti due appositi container pediatrici davanti al pronto soccorso dove si registrano anche picchi di 300 tamponi al giorno.
I NUMERI
Gli ultimi dati diffusi dalla Regione si riferiscono a lunedì e parlano per la provincia di Padova di 14 scuole con almeno un caso di contagio. Gli alunni in quarantena preventiva sono 165 e gli insegnanti sono 30. In realtà però negli ultimi giorni c'è stata un'escalation: gli istituti interessati dai contagi sono già più di 20 e per gli alunni in isolamento è già stata superata quota 200. Va evidenziato che quelli relativi ai contagi sono numeri molto piccoli rispetto alla quantità di tamponi effettuata, ma le disposizioni ministeriali parlano chiaro: basta un alunno positivo per costringere tutti i compagni ad effettuare il tampone. Se a questi aggiungiamo tutti i casi di raffreddore e classiche influenze (e la stagione autunnale è appena iniziata), ecco che si arriva facilmente ad una cifra così elevata come quella dei dodicimila tamponi in venti giorni. Sempre ieri la Regione ha registrato in provincia di Padova, tra adulti e minori, 36 nuovi contagi (ma alcuni di questi esiti si riferiscono i test effettuati da un laboratorio privato negli ultimi 10 giorni).
GLI ULTIMI CASI
Diversi casi anche ieri. Al nido Lele Ramin di Padova, zona Paltana, un bimbo è risultato positivo, contagiato dalla mamma. È asintomatico, ma è stata chiusa una sezione. Due fratelli positivi invece a Cadoneghe, alle medie Don Milani e alla primaria Boschetti Alberti: due classi (40 studenti) a casa. Un caso anche a Este, alla elementare Sartori Borotto: 15 alunni in isolamento.
L'UFFICIO SCOLASTICO
Aggiorna costantemente l'elenco delle classi in isolamento ma non parla con toni preoccupati il provveditore Roberto Natale. «Sapevamo che questo sarebbe stato un anno difficile e che avremmo dovuto convivere con il virus - ricorda - I protocolli stanno funzionando e gli esiti dei tamponi, con così pochi positivi rispetto alla mole di controlli, dimostra che a scuola le misure di distanziamento vengono rispettate». Natale, in ogni caso, è molto favorevole all'ipotesi di utilizzare test rapidi salivari in classe: «Questi test consentirebbero di avere l'esito in 20 minuti e per noi sarebbero molto importanti. In caso di un alunno positivo, non sarebbe più necessario che i genitori portino i figli a fare il tampone ma sarebbero i sanitari a venire a scuola per sottoporre i test rapidi. È ovvio che i genitori dovrebbero aiutarci e darci un consenso preventivo ma credo che una soluzione di questo genere favorirebbe tutti». Cosa manca per vedere i test rapidi nelle scuole padovane? «Noi applichiamo le circolari dei Ministeri dell'Istruzione e della Salute - risponde il provveditore - Siamo in attesa e siamo pronti».
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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