LO SCENARIO
PADOVA Il piano originario prevedeva un percorso a forma di anello,

Lunedì 23 Aprile 2018
LO SCENARIO PADOVA Il piano originario prevedeva un percorso a forma di anello,
LO SCENARIO
PADOVA Il piano originario prevedeva un percorso a forma di anello, ma progettisti e istituzioni non sono mai arrivati al tanto atteso matrimonio. Da quindici anni si parla del Grande Raccordo Anulare di Padova, un sistema di tangenziali che dovrebbe rendere più fluida la circolazione attorno alla cintura urbana sgravando così dal traffico le strade interne e favorendo l'accesso alle autostrade. Ora la notizia sta nel fatto che l'iter, fermo da tempo, riparte. Venerdì 11 maggio il sindaco Sergio Giordani riceverà infatti a Palazzo Moroni Luisa Serato, presidente di Gra Padova Spa, la società privata che promuove il progetto. «Noi siamo pronti e il Comune di Padova è interessato assicura lei -. Ora la palla è in mano alla Regione».
I DETTAGLI
Il piano è stato pensato per la prima volta nel 2000 dalla Provincia (presidente Vittorio Casarin) e la procedura è partita ufficialmente quattro anni più tardi. Il progetto attuale prevede il completamento dell'anello di tangenziali attorno a Padova. In primis il tratto ovest, di 13 chilometri, che va dalla curva Boston di Selvazzano fino a Rubano, dove sarebbe realizzato un nuovo casello autostradale (nella frazione di Bosco, al confine con Villafranca). La strada servirebbe per alleggerire il traffico che oggi passa molto più vicino al centro di Padova.
Il piano comprende anche, come opera di compensazione, lo scavo di circa 10 km del canale scolmatore che attraversa la Riviera del Brenta a completamento del percorso che va da Saonara fino a Mira passando per Vigonovo, Stra e Dolo. Oltre allo scavo del canale scolmatore era prevista, nel progetto originario, anche la realizzazione della strada camionabile in grado di collegare la tangenziale est di Padova alla Statale Romea, sbucando tra Mira e Marghera. I sindaci della zona, con in prima linea quello di Saonara, si sono però opposti fermamente.
Era poi prevista anche una bretella che va da Limena a Cadoneghe, il cosiddetto Terraglione, ma nel 2011 il Ministero dell'Ambiente ha dato parere negativo perché incideva su una zona protetta (quella del Tavello, area golenale del fiume Brenta, ritenuta un piccolo paradiso naturalistico). L'opera è destinata, quindi, ad essere accantonata.
Bocciata, questa volta non dal Ministero bensì dai sindaci, anche la strada Bovolentana a sud: avrebbe dovuto collegare l'autostrada A13 alla zona industriale di Legnaro, ma i Comuni interessati ne hanno chiesto lo stralcio.
Alla fine della fiera, quindi, del progetto originario restano solamente due opere: la strada Selvazzano-Rubano (a cui si aggiunge un miglioramento di un piccolo tratto che porta dal raccordo della A13 alla curva Boston) e poi il canale scolmatore lungo la Riviera del Brenta.
I costi? 250 milioni di euro per il completamento dell'anello ad ovest, altri 140 milioni per lo scavo del canale scolmatore. Quasi 400 milioni di euro, quindi.
LA REGIONE
La presidente di Gra Spa, Luisa Serato, spinge per realizzare l'opera. Attende di essere ricevuta dal sindaco Giordani e aspetta pure una risposta dalla giunta Zaia. È quindi la veronese Elisa De Berti, assessore regionale alle Infrastrutture, a spiegare la situazione.
«Il progetto ha avuto un procedimento amministrativo complesso e varie contrarietà del territorio rispetto ad alcune sue componenti, in particolare rispetto alla strada camionabile. Oggi la palla è in realtà ancora in mano al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, titolare dell'istruttoria per il Cipe, e la Regione si è recentemente rivolta al Ministero per valutare la possibilità di riesaminare l'originaria proposta progettuale».
Ma l'opera sarebbe utile? «È evidente - risponde l'assessore - che la viabilità primaria attorno a Padova necessita di interventi di riqualificazione delle arterie esistenti quali la tangenziale est e Corso Australia, ed è altrettanto evidente che un completamento del sistema tangenziale porterebbe benefici alla viabilità sia per l'accesso al sistema autostradale che in ambito più strettamente urbano. Per questo stiamo continuando a dialogare con il Ministero, per valutare ogni possibile soluzione».
Gabriele Pipia
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