LO SCENARIO
PADOVA Il Bacchiglione torna a minacciare la città. Le forti

Domenica 17 Novembre 2019
LO SCENARIO
PADOVA Il Bacchiglione torna a minacciare la città. Le forti piogge in montagna dei giorni scorsi hanno provocato un innalzamento dei fiumi da monte verso valle. Ieri mattina il colmo della piena del Bacchiglione è passato a Vicenza senza conseguenze ed è transitata per Padova nel tardo pomeriggio. Ieri mattina alle 7 il Bacchiglione alla stazione di Padova Voltabarozzo ha raggiunto quota 10,79 metri, salendo di due metri nell'arco di otto ore. Fortunatamente anche nelle aree più a rischio, in primis la Paltana, l'acqua seppur molto alta non ha creato particolari problemi. Le case che si affacciano sul fiume, infatti, sono state solamente lambite dal fiume. Ma i timori erano inevitabili e il passaparola correva veloce di bocca in bocca. Sempre alla Paltana, già dalla prima mattina, era presente una macchina della Protezione civile che ha monitorato la situazione e dato informazioni ai residenti che ogni anno devono fare i conti con le piene di questo fiume. Questa volta è andata bene, ma Palazzo Moroni non abbassa la guardia. Le piogge previste oggi in Pedemontana preoccupano per i prossimi giorni. Intanto oggi per precauzione si ferma tutto il calcio dilettantistico.
IL PRECEDENTE
L'anno scorso a fine ottobre il livello di guardia era talmente elevato che era scattata la chiusura di tutte le scuole di Padova e provincia. La decisione era stata presa il 28 ottobre dal Prefetto Renato Franceschelli. Il rettore Rosario Rizzuto aveva invece fatto scattare la chiusura di tutte le sedi universitarie. Il provvedimento era finalizzato a facilitare eventuali movimenti dei mezzi di soccorso. Neppure in occasione dell'alluvione del 2010 si era arrivati a una misura di così ampia scala. Si era attivata in grande stile la macchina organizzativa della Protezione civile che era pronta a schierare 100 uomini e aveva già predisposto oltre 3000 sacchi di sabbia. Un allarme, che, fortunatamente, non era stato accompagnato da alcuna esondazione.
L'ALLUVIONE
Tutt'altro discorso vale, invece, per l'alluvione del novembre del 2010 quando l'assessore Andrea Micalizzi (all'epoca nella giunta Zanonato) si trovò a dover gestire nell'area della Paltana decine di sfollati e danni per milioni di euro. Rispetto a nove anni fa, però, oggi c'è un vantaggio non da poco: la città può contare sui bacini di laminazione di Trissino, Caldogno e Colombaretta che, contrariamente al passato, possono intercettare una parte della piena. Questo è sicuramente un vantaggio per i centri abitati attraversati dal Bacchiglione.
IL CONTESTO
Il rapporto tra Padova e i suoi corsi d'acqua è sempre stato molto stretto. La cultura dell'acqua da sempre fa parte di questa città, posta tra il fiume Brenta a nord e il Bacchiglione a sud. Tutto il traffico commerciale fluviale proveniente da Vicenza e dai Colli Euganei attraversava gli antichi ponti. Nel corso del Novecento, a seguito delle piene che sommergevano la città e del declino della navigazione commerciale, iniziò un processo di riequilibrio delle risorse acquee che portò ad un graduale interramento dei canali della città, culminato negli anni Cinquanta con l'interramento di parte del Naviglio interno.
Molte e importanti sono state le opere di risanamento dei corsi d'acqua alla riscoperta delle vie d'acqua padovane. Dal 1995 è iniziata la navigazione del Piovego con piccole imbarcazioni e poi con le prime motonavi. Nel marzo del 2000 sono finiti i lavori di recupero della Conca di navigazione delle Porte Contarine, riportando alla luce la bella banchina in trachite da cui ha inizio una delle passeggiate più suggestive tra i canali della città. Tanto fascino ma, quasi ogni anno, anche una certa preoccupazione.
Alberto Rodighiero
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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