LO SCENARIO
PADOVA Adora ascoltare Jovanotti e tre anni fa credeva di aver trovato

Domenica 12 Luglio 2020
LO SCENARIO
PADOVA Adora ascoltare Jovanotti e tre anni fa credeva di aver trovato a Palazzo Moroni il suo Ombelico del mondo. Ora che sulla storia tra Lorenzoni e il Comune di Padova scorrono i titoli di coda, però, la colonna sonora più adatta è una delle ultime canzoni del suo cantante preferito: Nuova era. Già, nuova era. Quella che attende il professore dopo le dimissioni (potrebbero arrivare già domani mattina) e quella che attende la giunta di Padova con l'arrivo di Andrea Ragona e la promozione a vicesindaco di Andrea Micalizzi. «Andremo avanti nel segno della continuità» dicono tutti ufficialmente in municipio. Il rimpasto, però, porterà con sé nuovi equilibri. E riguarderà anche la presidenza di Busitaia lasciata libera da Ragona: la scelta del nome ora spetta alla lista Orizzonti e il favorito sembra l'ingegnere Marco Piroi, stimatissimo da Lorenzoni.
LE TRATTATIVE
Andiamo con ordine e partiamo proprio da Lorenzoni, candidato governatore del centrosinistra. Il vicesindaco fino ad ora ha temporeggiato sulle dimissioni prima per essere sicuro di avere l'appoggio del Pd regionale (arrivato a giugno) e poi per giocare in prima persona la partita sulla sua successione. Il disegno è fatto da tempo: Andrea Micalizzi promosso vicesindaco (mantenendo le attuali deleghe) e Andrea Ragona nuovo assessore ad urbanistica e mobilità. Lorenzoni, però, non gradisce e ha messo nelle mani del sindaco Giordani altre tre ipotesi. La prima: Marco Piroi assessore e Micalizzi vicesindaco. La seconda: Giulia Bonomini assessore e ancora Micalizzi vicesindaco. La terza: Ragona assessore, ma solo con Francesca Benciolini vicesindaco. Se le prime due ipotesi sembrano molto lontane, più di qualcuno in maggioranza continua a caldeggiare la terza. La partita non è formalmente chiusa perché in questi giorni Giordani è assente dopo l'operazione all'ernia e perché i timbri sul rimpasto non sono ancora stati messi.
LE REAZIONI
La stessa Benciolini, in quota Orizzonti, evita di farsi trascinare nella partita delle trattative. «Io mi sono sempre messa a disposizione e ho sempre avuto la massima fiducia nel sindaco - sono le parole dell'assessore al Personale - quello di vicesindaco è un incarico di grande responsabilità ma non voglio dire niente se non che per me la parola chiave è collaborazione, non competizione». Diplomatico anche il commento sulle ultime frizioni tra Orizzonti, Coalizione e Lorenzoni: «La dialettica fa parte della politica. Le frizioni ci stanno, il confronto pure. Io dal mio punto di vista posso dire di aver sempre lavorato bene anche col resto della maggioranza».
Chi conosce bene la situazione è il capogruppo di Coalizione, Nicola Rampazzo: «Da parte nostra c'è sempre stata massima lealtà. Quando non eravamo d'accordo con Lorenzoni gliel'abbiamo detto, ma poi lo abbiamo sempre difeso e sostenuto. Le uscite di Carrai (che ha dichiarato che spetta a Lorenzoni decidere sulla sua successione, ndr) mi hanno rammaricato. Nella nostra logica non c'è mai stato un uomo solo al comando, bisogna fare squadra». Già, ma Coalizione e Orizzonti sapranno compattarsi in vista delle Regionali e poi delle Comunali tra due anni? «Salvo battitori liberi da una parte e dall'altra, andremo avanti uniti - assicura Rampazzo - La frattura è meno profonda di quello che sembra».
LA SCELTA
Continua a sperare nella nomina della Benciolini, invece, il consigliere Luigi Tarzia della Lista Giordani. «Rimane una scelta discrezionale del sindaco, ma si intravede come avevamo auspicato una luce civica alla fine del tunnel. La giunta non va a spostata a sinistra per non perdere la vocazione civica, va tutelata anche la parte moderata e centrista della nostra maggioranza». Nelle parole di Tarzia c'è anche un messaggio sibillino rivolto a chi ha condotto le trattative tra il Pd e Coalizione sul dopo-Lorenzoni: «Quando si è troppo ingordi si finisce per affogarsi e questo vale anche per chi confeziona la strategia». La partita del rimpasto sta per chiudersi, ma le turbolenze in maggioranza continuano. È la politica.
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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