LO SCENARIO
PADOVA «Abbiamo vissuto questi giorni sperando in tutti i modi

Domenica 25 Ottobre 2020
LO SCENARIO PADOVA «Abbiamo vissuto questi giorni sperando in tutti i modi
LO SCENARIO
PADOVA «Abbiamo vissuto questi giorni sperando in tutti i modi di tenere aperti, ma ora sa cosa le dico? Vedendo i numeri della settimana appena trascorsa...forse ci conviene davvero chiudere». Daniela Bardelle, responsabile della piscina della Padova Nuoto al Bassanello, parla mentre da Roma filtrano notizie per nulla confortanti. Per tutta la giornata di ieri si sono rincorse indiscrezioni su un imminente nuovo decreto del premier Conte che sarebbe pronto a chiudere palestre e piscine. I gestori padovani attendono, con il cellulare costantemente in mano e con la consapevolezza che in ogni caso sarà una stagione molto difficile.
«Noi continuiamo a fare tutto quello che abbiamo sempre fatto - spiega Daniela -, l'ultimo documento del governo ha introdotto l'obbligo di misurare la temperatura ma qui lo facevamo già perché abbiamo un termoscanner. Abbiamo messo cartelli ovunque, abbiamo davvero fatto il massimo. Ma i numeri non sono positivi: fino a metà ottobre lavoravamo al 50% rispetto ad un anno fa, ora siamo scesi anche al 40%. E se penso alle bollette della stagione invernale, con questa situazione forse davvero conviene tenere chiuso. Molti nostri iscritti hanno paura e non vengono più a nuotare».
LE REGOLE
Da tre giorni è in vigore il nuovo protocollo che aggiorna le linee-guida per palestre e piscine uscite lo scorso 19 maggio. Il documento impone il rilevamento della temperatura, l'utilizzo di mascherina anche per gli spostamenti da un macchinario all'altro, bambini accompagnati sempre da familiari (fino agli 8 anni) e l'allestimento di un dispenser di gel disinfettante ogni 300 metri quadri. Non solo: per le aree dove si svolge attività fisica e motoria bisogna igienizzare gli attrezzi una volta usati e mantenere la distanza minima di 2 metri. Per quanto riguarda attività e corsi di gruppo, il numero massimo di persone viene calcolato in base ai 5 metri quadri per partecipante, mentre per quanto riguarda le attività svolte all'interno di piscine va garantito uno spazio minimo di 7 metri quadri per persona presente. Previste sanzioni che vanno da 280 euro o 560 in caso di recidiva.
LE DIFFICOLTÁ
Conosce bene le nuove regole David Barbiero, titolare della piscina al Plebiscito, che gestisce anche il Centro sportivo 2000 sempre a Padova e l'Acquatica a Piove di Sacco. «Abbiamo cento tra collaboratori e dipendenti, chiudere significherebbe lasciarli senza lavoro. Se pensiamo a quanti sono in tutta la provincia, ci rendiamo conto della situazione. Fino all'uscita dell'ultimo Dpcm viaggiavano attorno al 50% rispetto all'anno scorso, ora anche meno. Lavoriamo in spazi iper-controllati, speriamo che ci permettano di continuare. Fermarsi mentre cerchiamo di rialzarci sarebbe una batosta».
LA TITOLARE
Attende notizie e continua a sperare di non dover chiudere anche Patrizia Salviato, titolare della palestra Enjoy Fitness Club sempre a Padova. «Il mio centro da maggio ha in dotazione tutte le disposizioni, ho persino la macchina dell'ozono che si attiva di notte per due ore eliminando la carica batterica. Sono la prima a non volere problemi con il virus. Ma se chiudono le palestre sarà un disastro. Non perdono il lavoro solo le famiglie che le gestiscono ma anche fornitori e manutentori che non riceveranno più i pagamenti. Il precedente lookdown per me è stato devastante infatti mi ha creato un mancato fatturato di più di 80 mila euro con un debito di affitti arretrati, utenze, spese condominiali e spese continue. Devo ringraziare la mia banca, ma se falliremo io e tanti altri titolari faremo azioni legali di massa. Non possiamo pagare solo noi».
PALAZZO MORONI
Anche Diego Bonavina, assessore allo Sport, si schiera al fianco dei gestori. «La situazione nelle nostre palestre e piscine è perfetta, non mi risultano situazioni particolari e tutti rispettano le regole. L'unico problema sportivo ha riguardato i contagi nel rugby, dove paradossalmente si allenano all'aperto, ma può capitare. In ogni caso credo che la competenza debba essere di sindaco o governatore - chiude Bonavina - perché sono loro che hanno il polso della situazione nelle strutture sportive di un territorio».
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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