LE TESTIMONIANZE
PADOVA Le due facce della luna. Quella illuminata di chi ci

Sabato 24 Agosto 2019
LE TESTIMONIANZE PADOVA Le due facce della luna. Quella illuminata di chi ci
LE TESTIMONIANZE
PADOVA Le due facce della luna. Quella illuminata di chi ci crede ancora e rischia in proprio, quella in ombra di chi ha già dato e dice: avanti un altro. Ecco come sta il commercio a Padova nel racconto degli stessi protagonisti.
«Guardi, siamo in tre: io provengo dal mondo della consulenza aziendale, mio fratello era promotore finanziario e il nostro amico ha lavorato nell'ambito commerciale. E adesso gestiamo una piccola impresa Streat che fa cucina greca in strada, partecipando agli street food festival e a rassegne dedicate. A proposito ce ne sarà una da mercoledì a domenica la prossima settimana al parco della Musica all'Arcella, proprio sulla Grecia».
IL PROGETTO
Ecco come Andrea Grasso, 43 anni, suo fratello Marco 44, e Davide Franzon 43, hanno reinventato la propria storia. «Ci abbiamo messo un po'. All'inizio facevamo servizio colazioni e pranzi in zona universitaria, come si fa a Milano. Forse è un po' troppo presto per Padova. Allora ci siamo messi a tavolino e poi siamo andati al Festival dello street food e ci siamo accorti che qui da noi manca la cucina greca che è semplice e buona».
«Così abbiamo messo su due mezzi costituiti da un furgone refrigerato che traina una cucina mobile. Li trasformiamo in un piccolo bazar». Si chiama Taberna Itaca. Ma non è tutto qui. «In Friuli dentro un centro commerciale gestito dall'Ikea abbiamo aperto un ristorante, Kalòs. Sta andando bene, in totale la nostra società ha 17 dipendenti».
Niente crisi? «Per ora i conti correnti sono vuoti, dal momento che reinvestiamo tutto nel nostro lavoro ma crediamo nel nostro progetto di crescita. Se ci pensa in due anni abbiamo già fatto tanto e senza capitali dietro. Sappiamo che ci vorranno anni ma non abbandoneremo il campo da sconfitti».
Il segreto? «Inventarsi cose nuove percorrere terreni sconosciuti, imparare ad adattarsi al mercato dove se non si cambia e si inventa di nuovo si è tagliati fuori. Ma ad esempio partecipiamo ad eventi sulla Grecia con l'aiuto di un'agenzia di Milano. E se il cibo di strada ha una sua stagionalità il ristorante invece è aperto tutto l'anno e ci impegna molto. Ma abbiamo intenzione di raddoppiare l'esperienza».
IL FRUTTIVENDOLO
Nereo Borgato invece ha 67 anni e da una vita fa il fruttivendolo, in via Crescini. Un'attività di famiglia che dura da 70 anni. «Io studiavo alle superiori quando mio padre morì. Mia madre, vedova con tre figli, dovette inserirmi in negozio. E ora che ho raggiunto i 67 anni e l'età della pensione sto pensando di mollare. Anzi se qualcuno compra me ne vado subito. Ma qui di giovani che cominciano non ce n'è più. Lo sa che al mercato coperto alle quattro di mattina ce ne sono solo tre che vengono a comprare la frutta per i loro negozi? Ah - commenta amaro - la qualità non paga più. Ad esempio le signore vogliono tutto già pronto e preparato, se non hai il laboratorio non lavori. Ma se prendi tutto al supermercato non sai che cosa ci hanno messo dentro. Ci sono poi un sacco di ditte che ti portano la roba a casa... E poi la roba non sa di niente. Dall'altra parte c'è chi compra al mercato. Delle piazze e del Prato. Tutto a un euro, sono gli scarti delle vendite del mercato ortofrutticolo. Poi ne butta via metà e dunque spenderà 2 euro alla fine. Ma cosa vuole, ormai è così che va».
I SUPERMERCATI
Insomma non è più felice l'esercizio, viene da dire. «Le cose sono cambiate e quelli della mia generazione hanno mollato tutti. Chi ha voglia ancora di fare levatacce? Io oggi ho comprato mele e patate che venderò lunedì, preparate. Ma ormai... Ci sono i centri commerciali, nascono come funghi e la clientela cala ogni anno. Adesso ne aprono uno anche in Prato della Valle (abbastanza vicino al suo negozio ndr). E noi? Dobbiamo morire tutti? Per questo i miei figli mi dicono sempre di smetterla».
Ma in fondo la passione dentro Nereo è troppo forte. «Finchè ho il fisico continuo». Ecco, bravo.
Mauro Giacon
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