LE TESTIMONIANZE
PADOVA È stato molto probabilmente l'ultimo a vedere Giorgio

Domenica 13 Ottobre 2019
LE TESTIMONIANZE
PADOVA È stato molto probabilmente l'ultimo a vedere Giorgio Granello in vita. Renzo Sacco, presidente della Provincia a metà degli anni 90, vive da oltre 30 al civico 28 di riviera Paleocapa, lo stesso dei fratelli Granello. E sabato della scorsa settimana ricorda di aver incontrato Giorgio per l'ultima volta. «Stavo uscendo di casa e l'ho visto parcheggiare proprio qua a pochi passi, davanti alla caserma Piave» ricorda Sacco. L'auto, una Citroen Xsara rosso fiamma è ancora nel luogo dove l'anziano l'aveva lasciata. «È successo giusto una settimana fa, poi non l'ho più incontrato. Quel giorno ci siamo salutati. I fratelli erano persone molto schive e riservate. Vivevano al terzo piano, l'unico appartamento di tutto il complesso che guarda sulla riviera. Era davvero un gran signore, di quelli di un tempo, che inchinava la testa salutando - continua Sacco - Una persona gentilissima, molto educato. Ieri (venerdì, ndr) intorno all'una sono arrivati dei vigili, mi hanno mostrato la foto e ho raccontato che l'ultima volta che l'avevo visto era stato una settimana fa. Hanno detto che i parenti lo cercavano, avevano anche chiamato il medico che ha lo studio nel palazzo, ma anche lui ha riferito che non sapeva nulla, non li vedeva da giorni».
I Granello oltre ad essere persone schive non utilizzavano cellulari ne computer ne posta elettronica. «Gianfranco era il preside di mia figlia al liceo Tito Livio - ha aggiunto un'altra inquilina - ma per un periodo non ha abitato qui, poi era tornato a vivere con il fratello. Persona squisita, molto gentile».
In effetti Gianfranco oltre che preside del Tito Livio era anche collaboratore al collegio Gregorianum dove per un periodo ha vissuto in una stanza dell'istituto universitario che aveva lasciato nel 2016 senza più dare notizie di sé. Qui era nata la grande amicizia con Don Renato Marangoni ora Vescovo di Belluno: «Siamo stati al Gregorianum insieme dal 1995 al 2005, lui aveva l'impegno della Direzione ed in contemporanea era preside del liceo Tito Livio, compito sempre svolto gratuitamente, io ero assistente, lui aveva continuato l'esperienza che aveva fatto da studente - ricorda il Vescovo - Gianfranco sembrava una persona di un altro tempo, sempre impeccabile, in giacca e cravatta, ma non appariscente. Da direttore dettava le norme, lui era molto formale sembrava quasi volesse prendere le distanze, invece con lui ci si rapportava subito e molto volentieri. Scherzavamo spesso, mi dava dell'eretico per dare il via a intense discussioni. Sapeva ascoltare e coglieva subito le questioni».
Granello era uomo di grande cultura e brillante, laureato in lettere nel 1966 con una con una tesi in storia sulla comunità valtesina del medio Evo (i genitori infatti erano valtesini), cui era seguita una laurea in filosofia, ed era un grande esperto di storia medievale.
«Il fratello Giorgio era uguale a lui anche nella voce, ricordo che a volte al telefono li scambiavo quando chiamavo a Merano dove andava a trovare la mamma, per lui una figura caposaldo - spiega - Un grande studioso. Ha prodotto molti lavori per la beatificazione di De Gasperi, una figura cui era molto legato. Tra noi un forte legame ma, quando lo scorso anno sono tornato al Gregorianum per una commemorazione, lui non c'era. Tutti ci chiedevamo dov'era Granello. Lo chiamavano così perché anche lui usava sempre il cognome per tutti noi. Pensavamo fosse tornato a Merano e si pensava di rintracciarlo, anche se la mamma era morta e per i fratelli è stato un colpo durissimo. Gianfranco era un uomo di fede, incarnava la tradizione nordica, sentiva la fede come coinvolgente. In questi ultimi tempi non riuscivo a sentirlo forse si era ritirato a causa della malattia».
Luisa Morbiato
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