LE REAZIONI
PADOVA «Io non ero in ufficio, sono fuori città per un

Venerdì 17 Novembre 2017
LE REAZIONI PADOVA «Io non ero in ufficio, sono fuori città per un
LE REAZIONI
PADOVA «Io non ero in ufficio, sono fuori città per un convegno, c'era solo la mia segretaria domani cercherò di avere qualche informazione in più». Non si sbottona più di tanto sulla questione il nuovo comandante dei vigili Lorenzo Fontolan su quanto avvenuto ieri pomeriggio al comando di via Gozzi.
A palazzo Moroni, invece, le bocche sono rimaste completamente cucite: nessun commento dai vertici istituzionali dell'ente di cui Antonio Paolocci è stato dirigente per due anni e mezzo. Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'ex assessore alla Sicurezza Maurizio Saia che, di fatto, con le sue visite in Procura ha fatto partire l'indagine. Chi parla è, invece, l'ex sindaco Massimo Bitonci che prede decisamente le distanze dal suo ex comandante. «Bisogna fare una netta distinzioni tra le responsabilità della politica, quindi del sindaco e della sua giunta scandisce l'esponente leghista e quelle della dirigenza. I dirigenti, tutti nessuno escluso, hanno autonomia decisionale, quindi hanno anche l'obbligo di rispondere dei provvedimenti che, di volta in volta, adottano. Questo significa una cosa ben precisa: va fatta una netta distinzione tra le responsabilità di un sindaco e quelle dei suoi dirigenti».
Per più di quattro ore i carabinieri e il tecnico della Procura ieri si sarebbero concentrati sul computer dell'ex comandante, acquisendo svariato materiale informatico. Alcune indiscrezioni parlano anche di convocazioni consegnate a una decina di persone, un tempo molto vicine all'ex comandante. L'indagine è iniziata alla fine del 2016 e riguarda i cosiddetti appalti sotto soglia. Ovvero operazione che, essendo sotto la soglia prevista dalla legge (40mila euro) non richiedono bandi di gara. In poche parole, al centro dell'inchiesta ci sarebbe il gran numero di affidamenti diretti avvallati da Paolocci. Gli inquirenti avrebbero acceso i riflettori su 261 provvedimenti adottati dall'ex comandante tra il 2015 e il 2016. Di questi solamente uno sfora i 150 mila euro (i vigilantes a guardia della sede municipale). Del pacchetto fanno parte altre 25 determine che superano i 40 mila euro. Tutto il resto, ovvero 235 dispositivi, rimangono sotto soglia, quindi non soggetti a gara. In pratica circa 1,5 milioni di euro assegnati senza gara. A sollevare la questione, poco più di un anno fa, era stato l'ex assessore alla Sicurezza Maurizio Saia che, più volte, ha fatto capolino in procura. Una circostanza che ha accelerato la caduta dell'amministrazione Bitonci. I guai per Paolocci non finiscono qui.
E' di una decina di giorni fa, per esempio, la citazione in giudizio da parte della Corte dei conti, per un danno erariale da 3.8 milioni di euro, nei suoi confronti e di quelli dell'ex vicecomandante Maria Luisa Ferretti. Ai due viene contestata una circostanza precisa: aver annullato, sul finire del 2014, circa 110 mila contravvenzioni elevate dagli autovelox piazzati lungo le tangenziali. Una decisione annunciata da Bitonci e legata al fatto che, subito dopo il pre-esercizio, si era registrato un boom di contravvenzioni. Non solo.
Nel 2015, poi, il Partito democratico ha presentato, sempre contro Paolocci, un esposto all'Autorità anti corruzione contro l'assegnazione della riscossione delle multe alla Megasp (in associazione con Telerete), il tutto tramite affidamento diretto (da 381mila euro) in virtù di una gara vinta nel 2012. Il punto è che la gara in questione riguardava le sanzioni amministrative, non le violazioni la Codice della strada.
Alberto Rodighiero
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