LE INDAGINI
MONSELICE Niente flagranza. Quindi niente arresto per il bandito

Giovedì 7 Novembre 2019
LE INDAGINI
MONSELICE Niente flagranza. Quindi niente arresto per il bandito che martedì sera ha rapinato un'anziana in via Verdi e che poi, inseguito dai vigili di Monselice, è fuggito fino alla stazione dei treni, tanto che per fermarlo, l'agente Orfeo Dargenio ha esploso ben cinque colpi di pistola in aria. Dopo il rocambolesco inseguimento, sono stati i carabinieri, alle 21.15, durante un controllo straordinario organizzato in borghese proprio per trovare il bandito, a scovare il malvivente, che è stato accompagnato in caserma e denunciato per rapina, violenza e minacce a pubblico ufficiale. Si tratta di un ventunenne marocchino, regolarmente residente a Este, con numerosi precedenti per furto e rapina (addirittura una ventina in pochi mesi), drammi familiari alle spalle (un fratello morto in un incidente stradale e l'abbandono del padre) e alcuni problemi psichiatrici. Tanto che, come ha spiegato Dargenio, «era uscito in permesso premio dal reparto di psichiatria di Monselice».
I carabinieri l'hanno riconosciuto grazie alle immagini registrate dal sistema di videosorveglianza e all'accurata descrizione fornita dall'agente Dargenio, il quale, dopo avergli intimato l'alt, non ha esitato a sparare cinque colpi di pistola in aria, assicurando di essere stato costretto a farlo: «Mi ha puntato la pistola che aveva nel borsello in faccia. Ho agito d'istinto. E se mi ricapitasse lo rifarei. Ho sparato in sicurezza, in un piazzale praticamente deserto e solo quando il malvivente mi ha minacciato con un'arma. C'è la possibilità che il magistrato decida di indagarmi per questo. Ma affronterò qualsiasi cosa con serenità perché sono certo della bontà del mio operato».
Il giovane magrebino è indagato a piede libero ed è tornato nel reparto di psichiatria di Monselice, ma le indagini, però, continuano: la sua posizione potrebbe aggravarsi nelle prossime ore. I carabinieri della compagnia di Abano, guidati da Marco Turrini, stanno ancora cercando la pistola con cui avrebbe minacciato il vigile. Toccherà al Pm Roberto D'Angelo pronunciarsi sulla base degli ulteriori elementi in via d'acquisizione. In ballo infatti c'è la fedele ricostruzione di quei concitati momenti, con la fuga del 21enne inseguito dalla pattuglia della polizia locale fino al parcheggio della stazione ferroviaria, dove Dargenio ha sfoderato la propria pistola d'ordinanza sparando cinque colpi in aria. Neppure questo, però, è bastato a fermarlo. Il giovane ha continuato la propria fuga rocambolesca sui binari, evitando per un soffio di essere travolto dal treno in arrivo.
Al vaglio nelle prossime ore sarà anche la posizione di Dargenio. Il comandante della polizia locale Albino Corradin deve ancora redigere il verbale relativo all'azione di martedì: resta da capire infatti se l'utilizzo della pistola da parte dell'agente possa valergli qualche conseguenza dal punto di vista disciplinare, o se tutto passerà come legittima difesa.
Anche il sindaco di Monselice Giorgia Bedin attende il dossier del comandante Corradin: «La prima preoccupazione è ovviamente per lo stato di salute della signora rapinata. Spero che il suo aggressore possa davvero pagare per quello che ha fatto. Non entro nel merito dell'azione dell'agente Dargenio, per il semplice fatto che io non ero lì e che sono ancora in attesa di leggere il dossier del comandante. Posso però dire di essere profondamente soddisfatta del nostro sistema di videosorveglianza, che ha permesso di acciuffare il rapinatore. Nei nostri programmi c'è la sua implementazione, con nuove telecamere nei punti critici della città».
Intanto, il giorno dopo il fatto Dargenio, alle 13.30, si è presentato puntuale al lavoro. Nessun giorno di permesso, nonostante una nottata difficile: «Devo dire che ho faticato a chiudere occhio. Sono scosso, non capita tutti i giorni di tirare fuori la pistola. Ho sparato 2 volte quando mi ha minacciato con la sua arma e poi altre 3 volte quando è fuggito. Io ho fatto il mio dovere. Chi mi diceva che quell'uomo non avrebbe sparato e ferito qualche passante? È una vicenda simile a quella di Trieste dove due agenti della polizia di Stato sono rimasti uccisi. Era mio dovere agire così».
Camilla Bovo
Marina Lucchin
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