Le colazioni, le ispezioni dei vigili e i manichini: «Non ne possiamo più»

Sabato 16 Gennaio 2021
Le colazioni, le ispezioni dei vigili e i manichini: «Non ne possiamo più»
IN PROVINCIA
PADOVA Dalla zona terme alla Bassa Padovana, fino alla cintura urbana. Alcuni hanno aderito alla rivolta per davvero, altri solo con azioni dimostrative. Partiamo dal Lato Libero ristobar di Cinto Euganeo. «Sono venuti i clienti affezionati per un caffè e una colazione racconta Silvia, la titolare Ho aderito a questa forma di protesta gentile perché la colpa dei contagi non è dei ristoratori ma degli incivili che non rispettano l'obbligo di distanziamento e mascherina. Io ho riaperto seguendo tutte le norme di sicurezza».
Presente anche il Ripasso Wine Food di Montegrotto. Ieri ha aperto alle 9.30 e dopo poche ore la Polizia locale si è presentata nel bar e l'ha diffidata a proseguire nel servizio dei clienti al tavolo e al banco. «Ma io vado avanti, anche se nessuno mi ha parlato di multe. Nell'ultimo anno ho vivacchiato per sei mesi, ora non ce la faccio più» dice Sabrina Pedrini, titolare. «Al massimo, in questo periodo, riesco a incassare 45-50 euro al giorno. Ho avuto un ristoro di mille euro, ma sono briciole. E intanto le spese, fra affitti e utenze, continuano a correre. Per di più, sono subentrata alla precedente gestione il primo marzo 2020 e pochi giorni dopo tutta Italia è finita in zona rossa». Ad Abano, alla pizzeria Verbena, il gestore Nicola Sambin non ha aperto ma ha inscenato un'apertura con due manichini travestiti da clienti per protestare. Accanto a lui un collaboratore.
Curioso caso a Montagnana. In una videointervista alla stampa locale la barista aveva dichiarato di aver servito caffè ai clienti, ma quando la polizia locale le ha fatto visita ha ritrattato tutto dicendo che i caffè erano da asporto. E siccome a quell'ora non c'erano clienti che provassero la violazione in flagranza, la barista se l'è cavata con un verbale ispettivo. Lei è Sara Busolo, titolare del Central Caffè di Montagnana. Alla domanda del giornalista sull'afflusso di clienti, lei aveva risposto davanti alle telecamere che i clienti erano contenti di tornare a bere un buon caffè, spiegando le ragioni della sua adesione. Dichiarazioni pubblicate on-line e messe a verbale dagli agenti della polizia locale del Montagnanese, intervenuti poco prima delle 18, dopo un'ora di appostamento. In quel lasso di tempo nessun avventore era entrato nel locale di via Chiesa, risultato vuoto anche al momento della visita.
Malumori pure a Tribano. «Sono arrivati Carabinieri e Polizia Locale, hanno preso le generalità anche degli avventori, poi se ne sono andati». E' quanto afferma Federico Celon, titolare del bar Bardo che ha aperto in mattinata. «Oggi e domani resto aperto fino alle 20.30, la clientela ha molto gradito e ho visto anche clienti nuovi - prosegue - Sempre nel rispetto delle norme, quindi con la mascherina e il gel sempre pronto». Per Celon «è una questione di sopravvivenza per molti di noi, abbiamo impegni da onorare e lo possiamo fare solo lavorando. Sull'iniziativa interviene anche il sindaco Massimo Cavazzana: «È comprensibile che in un momento di disperazione,  che si protrae da quasi un anno, queste attività colgano l'occasione per far sentire la loro voce. Ci sono stati pochissimi aiuti, spesso confusi, e una parte di questi ancora si fa attendere. In ogni caso le regole vanno rispettate».
Il momento delicato per il mondo della ristorazione vede in prima linea anche il noto ristorante di Noventa Padova Boccadoro. Ieri sera i gestori hanno preferito rimanere chiusi e non aderire alla protesta per evitare rischi, nonostante avessero espresso anche con un grande striscione la massima solidarietà a chi ha protestato.
Nicola Benvenuti
Eugenio Garzotto
(Hanno collaborato
Arcolini e Pattaro)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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