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PADOVA Centomila clienti seduti ai tavoli, 1.200 locali aperti,

Martedì 4 Maggio 2021
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PADOVA Centomila clienti seduti ai tavoli, 1.200 locali aperti, un giro d'affari da oltre tre milioni di euro. Eravamo abituati alla conta delle perdite e all'elenco dei giorni di chiusura, ma adesso i ristoratori possono finalmente rovesciare la prospettiva. Quello appena trascorso è stato il primo weekend di zona gialla e ora i numeri snocciolati dietro il bancone sono quelli - positivi - di un fine settimana atteso da mesi. A fare la stima è l'Appe, associazione dei pubblici esercizi: «Finalmente siamo ripartiti e gli incassi sono incoraggianti, ma restano ancora due nodi - spiega il segretario Filippo Segato - Il primo riguarda l'obbligo di servire solo all'aperto. I locali in provincia di Padova sono tremila ma più della metà non ha potuto aprire perché non ha la possibilità di mettere tavolini esterni. Il secondo riguarda i banchetti per matrimoni e altre feste: stiamo aspettando indicazioni da Roma».
I NUMERI
«Tra sabato e domenica abbiamo avuto 400 attività aperte nell'area terme-colli e altre 800 tra Padova e il resto della provincia - spiega sempre Segato - Hanno lavorato soprattutto a pranzo ma oltre 600 di queste sono state aperte anche la sera pur in tono minore a causa del maltempo e del coprifuoco che ha indotto molti possibili clienti a non spostarsi da casa. Per pranzo invece è andata decisamente meglio. Molti hanno dovuto pure organizzare due turni, a mezzogiorno e alle due, per riuscire ad accogliere tutti i clienti. Tra le belle notizie c'è il fatto che alcuni ristoranti sui colli hanno ripreso a servire gruppi provenienti da fuori provincia e perfino da fuori regione, come per esempio alcune persone arrivate dall'Alto Ferrarese. Tornare a rivedere i clienti è stato davvero importante».
LE DIFFICOLTÁ
«Sui tre milioni incassati, circa 350 mila euro vengono introitati dallo Stato sotto forma di Iva e decine di migliaia di euro sotto forma di Irpef relativa ai redditi dei dipendenti e degli imprenditori. Una fetta importante dei guadagni - prosegue Segato - torna dunque all'erario. La ripresa è importante per tutti, quindi, non solo per noi. Quei soldi servono infatti allo Stato per pagare i contributi e tutto il resto».
L'Appe intanto ha inviato una lettera al governatore Luca Zaia chiedendo di farsi sentire con il governo per ripristinare i banchetti destinati a matrimoni, anniversari, feste di laurea e altre cerimonie «che capitano solo una volta nella vita». Il segretario insiste: «So che il presidente ne ha parlato nella Conferenza Stato-Regioni e che è stato prodotto un documento con l'aggiornamento delle linee guida sottoposto poi al Cts e al Ministero della Salute. Auspichiamo che il prima possibile arrivino notizie da Roma. Le richieste da parte degli esercenti sono sempre più pressanti: arrivano a noi e alla Prefettura».
LA CRISI
Ieri si è fatta sentire anche l'Ascom. «Per la prima volta, dopo venticinque anni di crescita ininterrotta, un rapporto di Confcommercio evidenzia come si sia ridotta la quota di valore aggiunto del terziario al cui interno i settori del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti arrivano a perdere complessivamente il 13,2%». I maggiori cali nella filiera turistica (-40% per i servizi di alloggio e ristorazione), seguita dal settore delle attività artistiche, di intrattenimento e divertimento (-27%) e dai trasporti (-17%).
«Per il terziario di mercato commenta il presidente Patrizio Bertin si tratta di una flessione drammatica che richiede risposte straordinarie. Senza il nostro contributo non ci saranno né ricostruzione né rilancio».
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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