LE ACCUSE
SAONARA Alle nove del mattino il parcheggio di piazza Maria Borgato

Giovedì 17 Ottobre 2019
LE ACCUSE
SAONARA Alle nove del mattino il parcheggio di piazza Maria Borgato Soti, davanti al municipio di Saonara, è già pieno. Il notaio Gianluigi Maculan arriva a quell'ora e non immagina minimamente che tra le tante auto in sosta vi siano anche quelle di finanzieri e carabinieri in borghese pronti a setacciare i suoi uffici. Quando varca il cancello dello studio, viene subito raggiunto. «La stavamo aspettando, dovremmo entrare con lei». Otto investigatori salgono al primo piano e vi rimarranno fino a pomeriggio inoltrato, perquisendo ogni stanza e duplicando digitalmente un gran numero di documenti. «Non ho nulla di cui temere - assicura il notaio, fumando una sigaretta dopo l'altra -, chiederò di essere sentito per chiarire tutto con il procuratore».
Gianluigi Maculan, 44 anni tra un mese, esercita la propria attività dal 20 febbraio 2015. Ora risulta indagato per estorsione in concorso con l'aggravante del metodo mafioso. Il suo nome emerge dalle carte dell'inchiesta sui tentacoli della Ndrangheta in Veneto resa nota ieri mattina dalla Procura di Venezia: si tratta di una prosecuzione dell'operazione Camaleonte che lo scorso marzo aveva già fatto emergere associazioni a delinquere, false fatture, riciclaggio e reati fiscali in tutta la regione, con tredici indagati e tre arresti in provincia di Padova. Maculan ora figura come il notaio di uno dei grandi manovratori dell'organizzazione: il cosentino Antonio Genesio Mangone, finito in carcere ieri.
LE CONTESTAZIONI
L'ordinanza che dispone la misura cautelare per Mangone, firmata dal gip Gilberto Stigliano Messuti, cita il notaio di Saonara nella ricostruzione dell'estorsione messa in atto ai danni dell'impresario Mario Borella, titolare della Golden Costruzioni di Camponogara (Venezia). È stato proprio Borella, indagato per i suoi rapporti sospetti con la società Bologna Group di Mangone, a presentarsi dalla Guardia di Finanza per dare la propria versione dei fatti. Ha raccontato di aver ceduto nel 2015 alla società di Mangone un negozio di Dolo per 75 mila euro senza aver però mai ricevuto l'assegno corrispettivo. Nell'interrogatorio del 23 luglio l'impresario ha ripercorso diversi momenti di tensione legati a quella trattativa, facendo esplicito riferimento all'incontro con Mangone per firmare l'atto di quietanza nello studio notarile di Maculan. Era il 16 febbraio 2018. L'ordinanza cita un passaggio-chiave della testimonianza: Il notaio Maculan, a fronte delle rimostranze di Borella, si metteva ad urlare aggredendolo verbalmente, essendo inoltre evidente che vi era un rapporto di amicizia e confidenza tra il professionista incaricato e Mangone. Nell'ordinanza le dichiarazioni di Borella vengono definite credibili e coerenti in virtù della documentazione sequestrata. Maculan è indagato per la sua attività di supporto a Mangone e sono in corso accertamenti sulla sua posizione.
LA DIFESA
Il notaio è difeso dall'avvocato Danillo Taschin di Piove di Sacco, che attende di incontrare nei prossimi giorni. Abito scuro e camicia bianca, Maculan passa l'intera giornata nel suo studio. Il suo telefono suona di continuo e lui, camminando nervosamente sotto il porticato, ribadisce la propria innocenza. «Quando ero notaio da pochi mesi - spiega - un immobiliarista di Saonara mi presentò Adriano Biasion (impresario edile di Piove di Sacco finito in manette a marzo, ndr) e diventai il suo professionista di fiducia. Fu poi proprio Biasion a presentarmi Mangone, e diventai anche il notaio di quest'ultimo. Ho sempre lavorato correttamente e non so nemmeno cosa mi contestano. Chiederò di essere ascoltato dal procuratore, intanto ho messo il mio studio a totale disposizione degli inquirenti».
Il municipio è a due passi dagli uffici del notaio e il sindaco Walter Stefan lo conosce bene: «Mi è sempre sembrato una persona corretta - commenta - , ben venga la lotta alla Ndrangheta ma mi auguro che lui alla fine risulti estraneo». Prudenti anche i toni di Lorenzo Todeschini Premuda, presidente del Consiglio notarile di Padova: «Per ora è solo un'indagine, che teoricamente potrebbe anche sfociare in un nulla di fatto. Da parte nostra non ci sono provvedimenti disciplinari perché non siamo di fronte ad un'azione penale. Attendiamo il corso della magistratura».
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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