«Lascio, ma continua l'impegno per la città»

Martedì 14 Luglio 2020
LA GIORNATA
PADOVA Da ieri mattina è diventato ex vicesindaco a tutti gli effetti. Ha annunciato ufficialmente l'addio al municipio, cui seguirà oggi, dopo la giunta, la firma sulla lettera di dimissioni da protocollare. Ma più che un addio è stato un commiato, con pochissime persone e non certo per le restrizioni imposte dal Coronavirus, e in un clima tutt'altro che carico di entusiasmo, come ci si poteva aspettare per il lancio di un nuovo e più ampio progetto, quale è la sfida per le regionali. Arturo Lorenzoni, dunque, da oggi non è più il numero due di Sergio Giordani: esattamente tre anni dopo l'insediamento del primo consiglio che li aveva visti iniziare insieme a governare la città, il professore di Economia dell'energia esce sì dalla porta principale di palazzo Moroni, ma non certo con l'entusiasmo e le aspettative che avevano accompagnato il suo ingresso. E anche se ha ripetuto più volte di essere orgoglioso del lavoro svolto, per lui non è stato un triennio sempre in discesa quello trascorso in Comune. Ma non è facile neppure il compito che ora lo attende, per affrontare il quale, ha confessato lui stesso, ci vuole un «cuore coraggioso».
L'ANALISI
Lo sfidante di Zaia nel congedarsi ha fatto un excursus partendo dai motivi che lo avevano indotto a entrare in scena nel 2016. Peraltro gli stessi che lo hanno spinto ora a tentare di replicarlo in tutto il Veneto. «Allora - ha osservato - avvertivo l'esigenza di garantire a molte donne e uomini uno spazio di rappresentanza, oltre gli equilibri politici nazionali. E quando nel 2017 ho scelto di sostenere la corsa di Giordani, l'auspicio era quello di fondere l'esperienza della politica dei partiti con la carica innovativa dei movimenti della società civile. Lascio l'incarico di vice sindaco con due certezze e cioè, da un lato che quanto di bello fatto a Padova può diventare un nuovo campo politico a livello regionale e, dall'altro, che il percorso padovano non si interromperà con le mie dimissioni. L'obiettivo di mettere insieme il mondo dei partiti con quello della società civile lo considero acquisito e per questo mi impegnerò tanto in città, quanto in Regione».
Come, lo ha detto subito dopo: «Per cambiare le cose bisogna metterci la faccia. E lo hanno capito pure i partiti, Pd compreso, che hanno dimostrato di credere nella necessità di avviare un progetto politico innovativo. Dovremo condurre una campagna elettorale fatta di idee, confronto, collaborazione e sorrisi per far capire che il populismo si batte sconfiggendo la paura e facendo delle cose per i nostri concittadini».
IL RAPPORTO
Per quanto riguarda il futuro dell'amministrazione, Lorenzoni ha poi osservato che a suo avviso non ci saranno problemi politici perché «Giordani ha saldamente in mano la gestione dei gruppi e gli equilibri non sono in discussione». Quanto ai rimpianti, ha assicurato di non averne: «Certo, mi sarebbe piaciuto fare tutto subito, ma non è stato possibile. Sono state sistemate diverse cose e i frutti di alcune si vedranno in futuro. E se qualche volta non sono stato capito, dipende dal fatto che ho il privilegio di essere legato al mondo della ricerca che vede già avanti: si fa fatica a trasmettere questa sensazione nei vari settori, tra cui i trasporti. La nostra squadra ha sempre cercato di migliorare la città, anche a costo di non accontentare tutti, ma guardando al futuro. Non dimentichiamo che qui è stato realizzato il primo distretto dell'energia positiva d'Italia, che aveva colto impreparati privati e tecnici della lottizzazione. Pure allora non era stato semplice far comprendere che quella era la direzione giusta. E anche chi inizialmente mi riteneva un visionario, ha poi constatato che invece non sono lontano dalla realtà sostenendo l'integrazione tra la società civile e i partiti».
LE NOMINE
Quanto alla sua successione, ha ribadito di avere proposto dei nomi un paio di settimane fa a Giordani: «Ora spetta a lui la scelta e ha la mia fiducia». Come fa leva sul supporto del primo cittadino nella sfida a Zaia. «Sono sicuro che Sergio mia aiuterà in campagna elettorale - ha concluso - Si è già speso per darmi una mano a tessere relazioni e quindi ora conto sul suo pieno appoggio: la sua vicinanza rafforzerà l'interlocuzione esterna e so che lui non farà mancare la sua presenza al mio fianco».
Nicoletta Cozza
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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