LA VICENDA
PADOVA Un cortocircuito ha fermato per sempre il cuore di Anna. Un

Sabato 22 Febbraio 2020
LA VICENDA
PADOVA Un cortocircuito ha fermato per sempre il cuore di Anna. Un evento raro, a volte imprevedibile persino con le indagini diagnostiche. E che avviene quando si verifica un problema elettrico che manda in tilt il muscolo cardiaco, fino a bloccare la pompa che invia sangue e ossigeno al cervello. Certo, ci vorranno 5 o 6 giorni, prima di avere qualche indicazione sull'esito dell'autopsia effettuata ieri mattina sul corpo della ragazzina, ma l'ipotesi più accreditata è proprio questa. Cosa lo abbia originato lo spiegheranno i referti degli accertamenti autoptici, ma in casi come questo, che hanno per vittima un soggetto giovane, solitamente è da ascriversi a una patologia subdola, a volte di origine genetica, che condiziona appunto gli impulsi elettrici che fanno battere il cuore, sino a farlo fermare. La verità che emergerà sarà fondamentale anche per salvaguardare la famiglia della studentessa, in quanto, se fosse confermato che si tratta di una malattia congenita di cui si ignorava l'esistenza, i suoi parenti potranno essere sottoposti a esami preventivi. La risposta completa ed esaustiva, però, arriverà dalle indagini istologiche e molecolari sui tessuti prelevati, per le quali bisognerà attendere un paio di mesi.
La famiglia Modenese è straziata. Papà Alessandro, che lavora alla centrale operativa della polizia locale, mamma Claudia Lorigiola, e il fratellino Giovanni di 8 anni, sono chiusi nell'abitazione nella zona di San Gregorio Magno, dove si sono trasferiti qualche mese fa. Sono sotto choc, con la vita distrutta in poche ore da un destino drammatico. «Siamo sconvolti, cercate di capirci - ha detto la madre rispondendo al citofono di casa -. E ora dobbiamo pensare all'altro nostro figlio, che ha solo 8 anni e non ha più la sorellina». L'altra notte, dopo che i medici del Centro Gallucci avevano dichiarato la morte cerebrale, sono rimasti fino a tarda ora al capezzale della figlia tenuta in vita dalle macchine della rianimazione, in attesa che trascorressero le 6 ore di osservazione previste dalla legge. Se ne sono andati intorno alle due di notte, distrutti da una dramma senza fine, quando la barella su cui era distesa Anna ha varcato le porte della sala operatoria per l'espianto degli organi. Hanno deciso loro di donarli, un ultimo atto d'amore che la loro ragazza avrebbe approvato per dare una speranza ai malati in attesa di trapianto. I chirurghi, quindi, hanno prelevato tutti quelli che poi sarebbe stato possibile reimpiantare, che comunque sono stati sottoposti a una valutazione medica prima di essere trapiantati. La salma è stata poi messa a disposizione della famiglia per i funerali, che probabilmente verranno celebrati mercoledì, a San Gregorio Magno.
GLI SPECIALISTI
«Attendiamo anche noi l'esito dell'autopsia - ha osservato la professoressa Luisa Cacciavillani -. Ci vorrà un po' di tempo per completare tutti gli accertamenti, ma alla fine capiremo le cause che hanno portato questa ragazzina alla morte». «La nostra struttura, sorta nel 2014 su iniziativa della Regione, - spiega la collega Cristina Basso, responsabile dell'Unità Operativa Complessa Patologia Cardiovascolare dell'Istituto di Anatomia, che ieri mattina ha effettuato l'indagine necroscopica su Anna Modenese - ha proprio il compito di indagare per arrivare a una diagnosi precisa sulle morti improvvise che, anche se non sembra, sono in calo. In medicina ci sono ancora malattie che non conosciamo e in un 15-20% dei casi che riguardano soggetti giovani, ci troviamo di fronte a un cuore strutturalmente sano, in cui avviene un cortocircuito elettrico, perchè c'era un tallone d'Achille di cui si ignorava l'esistenza. Potrebbe essere successo questo anche nel caso di Anna, ma il condizione è d'obbligo in quanto dobbiamo attendere l'esito delle indagini, che verranno effettuate con metodiche modernissime. Lo sapremo tra un paio di mesi e importante sarà capire se era affetta da una patologia ereditaria, in maniera da prevenire altri eventi del genere all'interno della sua famiglia».
Nicoletta Cozza
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