LA SITUAZIONE
PADOVA Mentre il cantiere per la nuova Pediatria stenta a partire,

Sabato 16 Novembre 2019
LA SITUAZIONE PADOVA Mentre il cantiere per la nuova Pediatria stenta a partire,
LA SITUAZIONE
PADOVA Mentre il cantiere per la nuova Pediatria stenta a partire, rallentato dalle polemiche tra chi difende le mura e chi tutela la dignità della cura all'infanzia, la vecchia Pediatria, quella attualmente in uso, si è trasformata in un cantiere infinito. L'entrata della palazzina progettata negli anni Cinquanta dall'architetto Daniele Calabi ieri è stata cantierata per far spazio allo sportello per l'accettazione dei pazienti ambulatoriali, quelli sfrattati dall'edificio di Pneumologia raso al suolo per far spazio proprio alla nuova Pediatria.
Operai, cellophane, scale, ferri del mestiere, l'area è stata transennata per consentire l'avvio degli ennesimi lavori: quindici giorni di tempo, da cronoprogramma, per sistemare stavolta gli spazi (peraltro già di per sè risicati) realizzando gli sportelli di accettazione dei giovani pazienti che devono sottoporsi a prestazione ambulatoriale. Sportelli che faranno a pugni con il front office della palazzina, litigandosi centimetri quadrati perchè l'entrata ufficiale dell'edificio rimarrà quella.
Lavori in corso anche al secondo piano, trasformato in cantiere per ristrutturare, ammodernandola, la Terapia intensiva pediatrica, quella dove due anni fa - erano i primi giorni d'agosto - è piovuto un topo dal soffitto. Chiuso a doppia mandata di chiave il magazzino, situato vicino alle delicatissime stanze di degenza (dieci posti letto riservati ai bambini gravi o gravissimi, bisognosi di cure super-specialistiche e continuative), dopo 24 ore di ricerca finì in trappola. Vivo. L'intero reparto di Terapia intensiva pediatrica venne smantellato e trasferito al secondo piano di un altro edifico (la Clinica ostetrico-ginecologica), per non riaprire di fatto più.
Tra autorizzazioni burocratiche, piccoli lavori interni e una poderosa bonifica, il tempo è passato veloce, fino a un mese fa quando sono finalmente partiti i lavori, quelli sostanziali, propedeutici alla riapertura del fondamentale reparto, attualmente in locali presi prestito con tutti i disagi che ne conseguono. Al terzo piano, terzo cantiere, per far spazio agli ambulatori che erano in Pneumologia. «E' una sofferenza continua, non ne possiamo più», allarga le braccia un medico prima di entrare rapidamente in un reparto. I problemi qui, mentre ambientalisti, urbanisti, architetti e sovrindendenti litigano sul da farsi, sono gli stessi di sempre: stanze minime, letti accostanti, impossibilità per mamme e papà di stare decorosamente al capezzale dei propri figli, servizi igienici che si contano sulle dita di una mano, studi medici ampi come sgabuzzini. La cosa che preoccupa di più, oltre ai deficit strutturali denunciati ormai un numero incalcolabile di volte, è quella Terapia intensiva pediatrica che si occupa dell'assistenza di pazienti tra 0 e 18 anni, con compromissione delle funzioni vitali che vengono trasferiti dai diversi reparti del Dipartimento pediatrico e da altri presidi regionali.
Il reparto è stato istituito nel 1990 e dà ricovero a circa 500 bambini e ragazzi all'anno. D'alta specialità, ha conseguito la certificazione secondo la norma Uni En Iso 9001-2008 e fa parte della Rete nazionale delle Terapie intensive pediatriche italiane Tipnet. Dunque un fiore all'occhiello, al momento sfrattato dalla sua sede ufficiale, inserita a sua volta in un contesto strutturale terzomondiale.
Federica Cappellato
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci