LA SITUAZIONE
MERLARA Ogni sera, ormai, come se fossimo in guerra, il sindaco

Sabato 28 Marzo 2020
LA SITUAZIONE MERLARA Ogni sera, ormai, come se fossimo in guerra, il sindaco
LA SITUAZIONE
MERLARA Ogni sera, ormai, come se fossimo in guerra, il sindaco Claudia Corradin, scrive dal suo isolamento - anche lei è contagiata - il bollettino della giornata, con la conta di morti e ricoverati per Covid. Merlara perde tutti i suoi nonni, ma la prima cittadina non vuole che vengano ricordati solo come numeri, così fa un ritratto di ognuno di loro, da Maria che offriva alle operatrici metà del suo pasto per dimostrare il suo affetto, a Rita, che beveva ogni domenica il tè coi pasticcini assieme alle sue figlie.
Ho sentito più volte il Prefetto - spiega ai suoi compaesani - per capire i tempi dell'invio di personale dell'esercito. Non ho avuto tempi certi, ma siamo fiduciosi. C'è chi suggerisce che il sindaco debba fare azioni forti, fortissime. Quando si è presi dallo sconforto ti verrebbe la voglia, ma io sono una persona del dialogo e delle responsabilità. Ho fiducia nelle istituzioni. Tutti ormai conoscono la situazione di Merlara. Siamo stati i primi ad essere catturati da questo mostro invisibile. Non ci arrenderemo. Combatteremo con le regole della democrazia».
«Speriamo che arrivino quanto prima infermieri capaci di dare un po' di sollievo al nostro personale - continua Corradin - Nel frattempo sono stati sanificati alcuni nuclei per mettere i nostri nonni che a nuovi tamponi risultino negativi. Purtroppo disposizioni dell'Ulss non velocizzano, anzi, solo 10 tamponi al giorno per Merlara, sei per gli anziani e 4 per il personale. Per tornare a lavorare i dipendenti devono risultare negativi 2 volte. Con questo ritmo si andrà lentissimi e noi non ce la facciamo più».
Anche la sindaca spera di tornare presto negativa: «Intanto ho sviluppato una strategia per non tossire mentre parlo. Stando in piedi la situazione migliora. Spero la prossima settimana di poter uscire dall'isolamento».
Cinque sanitari, medici o infermieri, e altre dieci persone di supporto logistico. Il prefetto Renato Franceschelli ha chiesto formalmente l'arrivo di quindici uomini dell'esercito per dare respiro ad una situazione, quella della casa di riposo di Merlara, che ha vissuto e continua a vivere giorni drammatici. Prima l'impressionante serie di contagi, poi una morte dopo l'altra. Una situazione che ha messo in ginocchio la struttura assistenziale e che sta costringendo i pochi operatori rimasti a turni infiniti senza possibilità di rotazione. Una situazione che il prefetto di Padova conosce bene e che si è subito impegnato ad affrontare. Da Palazzo Santo Stefano, sede padovana della prefettura, negli ultimi giorni sono partite due formali richieste. La prima la scorsa settimana al Ministero della Difesa e la seconda l'altro ieri diretta alla Protezione Civile nazionale, sulla quale è stata accentrata la gestione di questo tipo di emergenze. «Abbiamo chiesto formalmente il supporto dei sanitari militari perché sappiamo bene che la casa di riposo di Merlara vive un contesto molto difficile ed è necessario dare un supporto a chi è rimasto a lavorare - conferma Franceschelli -. Ora attendiamo che da Roma ci diano una risposta». La lettera del prefetto è dunque sulla scrivania di Angelo Borrelli, capo del Dipartimento di Protezione Civile, che sta seguendo fin dal primo giorno personalmente l'emergenza Coronavirus. La risposta da Roma non dovrebbe farsi attendere: a Merlara confidano nell'arrivo dell'esercito la prossima settimana.
E per sostenere i suoi compaesani, il musicista Lorenzo Marzilli ha dedicato ai merlaresi, anche «a chi non c'è più» la canzone I'm so lonesome i could cry (sono così malinconico che potrei piangere, ndr: «Merlara ha una sindaca - Claudia Corradin - di cui essere orgogliosi, una mirabolante ex prof di lettere che sta tirando fuori le unghie di mani e piedi per aiutare la sua comunità, chiedendo sostegno, mezzi e persone a Regione e chi si può. E riesce a spargere comunque sicurezza e coesione in tutto il paese.
Lei è il suo vice, tal valoroso Matteo Migliorin, se lo sono preso il virus, e stanno lavorando da casa senza sosta. Li ringrazio e spero di poterli andare a trovare presto».
Marina Lucchin
Gabriele Pipia
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