LA SEDUTA
PADOVA La candidatura di Lorenzoni agita il consiglio comunale, ma

Martedì 18 Febbraio 2020
LA SEDUTA PADOVA La candidatura di Lorenzoni agita il consiglio comunale, ma
LA SEDUTA
PADOVA La candidatura di Lorenzoni agita il consiglio comunale, ma Giordani non si presenta in aula e scatta la provocazione: Cavatton recapita nel suo scranno vuoto una copia di Pinocchio. Come era previsto, la designazione del vicesindaco come sfidante di Luca Zaia ieri sera ha infiammato il parlamentino di palazzo Moroni. Il fatto, poi, che il sindaco abbia disertato i lavori dell'aula, ha letteralmente fatto andare in fibrillazione la minoranza. Un'assenza che non ha impedito al capogruppo del misto Matteo Cavatton di interrogare il primo cittadino. «Data la gravità della situazione ha esordito nel suo intervento non ho alcuna intenzione di rinunciare alla mia interrogazione quindi, anche se indirettamente, mi rivolgerò al sindaco. Un sindaco che, a più riprese, ha ribadito l'incompatibilità tra la candidatura alle regionali e la permanenza in giunta. Ha sempre chiesto che i componenti della squadra facessero gli assessori a tempo pieno e con buon senso. Ha detto anche che il ruolo di candidato presidente alla Regione, non è compatibile con un assessorato ha aggiunto Lorenzoni, però, si è affrettato a farci sapere che non c'è fretta per le sue dimissioni. A fronte di questo, il sindaco non gli ha ritirato deleghe, quindi è venuto meno ad un impegno preso davanti ai padovani. Per questo abbiamo depositato una mozione di sfiducia nei confronti del primo cittadino».
LA DIFESA
Un intervento che ha fatto salire sugli scudi la maggioranza. Subito dopo il capogruppo del misto, ad intervenire è stato il consigliere del Partito democratico Nereo Tiso. «Io mi chiedo se sia possibile interrogare una persona assente. E' contro ogni regolamento» ha tuonato l'esponente Dem. Incurante degli attacchi della maggioranza, Cavatton ha poi cercato di consegnare al presidente del consiglio Giovanni Tagliavini una copia di Pinocchio. Dal momento che Tagliavini ha rifiutato il dono, l'esponente di Fratelli d'Italia ha lasciato il volume nel posto lasciato vuoto dal primo cittadino.
«Da parte dell'opposizione trovo questa mozione di sfiducia quasi un atto dovuto ha ribattuto Lorenzoni Hanno talmente poche cartucce a loro disposizione, che sono costretti a provarle tutte. Detto questo, con il sindaco c'è la massima sintonia ha aggiunto di conseguenza, tutti i passi che accompagneranno la mia candidatura sono stati concordati con lui».
LA CONVINZIONE
Considerazioni che non pare abbiano convinto più di tanto il consigliere della lista Bitonci Ubaldo Lonardi. «Prima di fare ogni ragionamento, sarebbe opportuno attendere l'ufficializzazione della candidatura ha spiegato Lonardi Ciò detto, dal punto di vista dell'opportunità politica, il vicesindaco dovrebbe fare un passo indietro. Sono convito che la permanenza in giunta di Lorenzoni altro non farà che indebolire Giordani e la sua azione di governo della città».
«Bisognerebbe avere un po' di memoria storica ha scandito, invece, il consigliere di Area civica Antonio Foresta In passato non mi risulta che i candidati alle regionali si siano dimessi da assessori o da presidenti del consiglio. Non ricordo le dimissioni di Claudio Sinigaglia o di Mauro Bortoli o, in tempi più recenti di Fabrizio Boron, di Roberto Marcato o di Daniela Ruffini. Serve un po' di serietà ha concluso l'esponente centrista Le dimissioni si danno una volta che si viene eletti. Tutto il resto è propaganda politica. Di conseguenza, non ha alcun senso chiedere di andarsene ad un sindaco che non ha fatto altro che ribadire l'importanza del ruolo che ricoprono i suoi assessori».
Alberto Rodighiero
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci