La ruspa in via Anelli, riparte la demolizione

Domenica 9 Febbraio 2020
IL PIANO
PADOVA La benna aperta della gru ha iniziato ad aggredire il tetto alle 10,47. E, come azzannata da metaforiche fauci in metallo, la palazzina al civico 27 di via Anelli, proprio quella a ridosso del muro anti spaccio, ha iniziato a sgretolarsi. Dall'alto, un pezzo di tetto, una porzione di cornicione, una lastra di vetro, un tassello di intonaco, bagnati, quasi benedetti, da una nuvola d'acqua per contenere la polvere, sono volati a terra, finendo in un'enorme voragine circolare sul terreno, in cui già ci sono altri detriti, i residui dell'abbattimento del primo edificio. Oggi è diventato proprio questo il cuore dell'ex bronx: un enorme buco sul terreno, zeppo di macerie e di ricordi del degrado che per almeno vent'anni ha martoriato quel sito e tutto il comparto di Padova est.
LE OPERAZIONI
Da ieri, infatti, è iniziata la demolizione di un altro immobile dell'ex complesso Serenissima: quattro piani, a cui si aggiunge il sottoportico, che nel giro di una settimana, al massimo 10 giorni, non esisteranno più. Dopo i lavori accuratissimi di bonifica dall'amianto, come da indicazioni dello Spisal per tutelare operatori e residenti, si è passati all'intervento più semplice. Ad attendere che venisse messa in moto la ruspa con il braccio meccanico alto oltre 5 piani c'erano Andrea Micalizzi, che a Palazzo Moroni ha la delega ai Lavori pubblici, Paolo Manfrin, leader del Comitato Stanga, e numerosi cittadini che non hanno voluto perdersi questo momento. Perché, anche se di tratta del secondo intervento del genere, per chi abita, o lavora in zona è pur sempre un evento. Tra l'altro l'edificio verde che il Comune sta radendo al suolo è particolarmente ricco di significati simbolici, in quanto è proprio accanto al muro fatto realizzare nel 2006 dall'allora sindaco Flavio Zanonato per complicare la vita ai pusher, ma che poi ha reso noto il bronx patavino in tutto il mondo. Un sollievo, una liberazione per tutti i presenti vedere naso all'insù la benna della ruspa scuotere, quasi con rabbia dopo anni di abbandono, le finestre dell'ultimo piano, ridotte ormai a inquietanti buchi neri in un non luogo degno di uno scenario di guerra, sgretolarsi pesantemente e rumorosamente al suolo, e trasformarsi in cumulo di frammenti di pietra rossiccia.
La mole di lavoro più corposa spetta ora ad Aps che ha il compito di smaltire la montagna di calcinacci conseguenza della demolizione. Ma appena questi prenderanno la strada della discarica il lavoro non mancherà per la ruspa, perché il prossimo edificio che verrà demolito sarà quello rosso vicino alla strada, dove negli anni in cui via Anelli era al culmine del degrado e si cercavano delle soluzioni per rivitalizzarla, al suo interno avevano trovato posto un supermercato, una moschea, alcuni uffici del Comune con lo sportello casa Open Window. E contemporaneamente, per ottimizzare tempi e risorse, sarà frantumato anche un altro degli edifici verdi. Tra sette giorni nell'ex bronx ci saranno tre palazzi verdi e quello rosso e, a stretto giro, ne rimarranno solo due. Comune e Demanio, poi, entro il 30 giugno concluderanno la permuta tra l'area di via Anelli, dove verrà costruita la nuova Questura, e la Prandina.
LA LIBERAZIONE
«Finalmente! - esclama Manfrin, appena vede scendere il tetto del civico 27 - E ora basta con le polemiche sterili di chi solleva obiezioni dovute ai ritardi per la bonifica dall'amianto. Meglio fare piano, ma bene, e tutelare la salute della gente. Importante è che avvengano le demolizioni, i tempi non sono un problema. Per dieci anni questo posto è stato abbandonato e dimenticato da tutti e quindi non si possono certo scatenare polemiche ora che sono iniziate le operazioni di abbattimento che tanto aspettavamo e che preludono alla rigenerazione di via Anelli».
Nicoletta Cozza
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