La ripresa delle terme: riaprono 40 alberghi

Lunedì 3 Agosto 2020
LA SITUAZIONE
PADOVA Sarà il mese della riscossa? Davanti a questa domanda Emanuele Boaretto resta in silenzio tre secondi e vorrebbe tanto annuire. Ma poi scuote la testa. «No, purtroppo no. Non possiamo ancora parlare di riscossa. Queste sono solo le prove di ripartenza». L'architetto Boaretto, presidente di Federalberghi Terme Abano Montegrotto, parla nel giorno in cui 40 hotel tornano ad aprire le proprie porte. Da questo fine settimana quasi tutte le strutture sono infatti tornate operative. La fase più difficile dell'emergenza sanitaria sembra alle spalle, ma il fantasma del Covid continua ad aleggiare sopra la prima area termale d'Europa. Il futuro è ancora colmo di interrogativi. «Non sappiamo cosa succederà nei prossimi mesi, ma intanto sta iniziando una nuova fase - assicura Boaretto -. Voglio dire grazie a tutti i colleghi. A chi ha aperto fin da subito alberghi e piscine e a chi lo sta facendo adesso. È importante dare un segnale positivo».
I NUMERI
Il comparto di Abano e Montegrotto conta 90 strutture termali e 1.700 posti letto dando lavoro a 5.500 persone. Nel momento peggiore erano 3.500 gli addetti in cassa integrazione in deroga e 2.000 quelli che percepiscono l'indennità Naspi per la disoccupazione. Se fino alla scorsa settimana erano aperte meno di 40 strutture, ora la percentuale si è completamente rovesciata. Questo fine settimana siamo arrivati a circa 80 alberghi riaperti e altri si aggiungeranno il prossimo weekend. Tra sette giorni, dunque, sarà riaperto il 95% delle strutture. «Il restante 5% degli hotel - precisa Boaretto - non ha registrato un numero di prenotazioni tale da giustificare l'apertura neanche nel momento più alto della stagione come questo. Sono soprattutto quelli che lavorano con clientela di lingua tedesca. In Germania, Austria e Svizzera la situazione legata al Covid non è ancora tornata serena e quindi quasi nessuno si fida a partire».
LA CLIENTELA
Gli ospiti che ad oggi hanno prenotato le vacanze nelle strutture termali sono quasi solo italiani. «Oltre alle difficoltà oggettive relativamente agli spostamenti per gli stranieri - analizza il presidente - permane a livello internazionale un clima di insicurezza». Le strutture che hanno aperto già negli ultimi mesi fanno registrare un -75% di introiti rispetto al 2019, mentre per tutti gli altri siamo vicini al -100%. Ecco perché non è ancora possibile parlare di riscossa: «Ormai possiamo dire addio al 2020 - riflette amaramente Boaretto - e auspicare che la primavera del 2021 sia meno timida e cauta di quel che già temiamo. Intanto però essere ripartiti è fondamentale: siamo ansiosi di vedere come andrà».
I PRIMI AD APRIRE
Tra i primi a tuffarsi nella bella stagione, cercando di dimenticare il prima possibile l'incubo del lockdown, c'è stato il resort Terme Preistoriche di Montegrotto. È una delle strutture più note e frequentate dell'intero comparto, ha riaperto a fine maggio e ora è già tempo di un primo bilancio. «Considerando attività alberghiera e ingressi giornalieri in piscina, rispetto all'anno scorso nel primo semestre abbiamo registrato un -50% e adesso siamo ad un -25%. Ma va comunque molto meglio rispetto alle aspettative - racconta la titolare Angela Stoppato - Abbiamo lavorato bene complice il bel tempo, non abbiamo più dipendenti in cassa integrazione, da 10 giorni abbiamo riaperto tutta la Spa. Vediamo che i clienti apprezzano le misure di distanziamento che abbiamo previsto e intanto stiamo già lavorando in vista nei prossimi mesi. La vera sfida - ammette Angela - sarà quella della stagione fredda».
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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