La rabbia in strada a colpi di pentole

Martedì 27 Aprile 2021
LA MANIFESTAZIONE
PADOVA Ore 10.30, ha inizio l'assalto programmato da Appe al decreto del governo. Luogo dello scontro alcuni punti delicati della viabilità cittadina.
Armati di pentole, padelle e mestoli i ristoratori hanno bloccato cinque punti della città, nodi strategici per la viabilità e il traffico, al grido di «Ci hanno bloccato come noi stiamo rallentando voi, aiutateci». Nel complesso, hanno manifestato in 50 circa e si sono divisi tra via Venezia, alla rotonda di fronte all'albergo Galileo, all'incrocio tra via Volturno e corso Milano, in via del Plebiscito, via Adriatica e via Fra' Paolo Sarpi davanti all'albergo Al Cason.
Guardati a vista dalle forze dell'ordine, i ristoratori si mettevano a momenti alterni sulle strisce pedonali facendo rumore con pentole, coperchi, mestoli e cucchiai. Fermavano il traffico per qualche minuto e poi lasciavano andare gli automobilisti: qualcuno ha suonato il clacson infastidito, altri hanno abbassato il finestrino e hanno chiesto un volantino.
Non è mancato chi ha espresso la propria solidarietà. «Così non si può andare avanti, questa è una falsa ripartenza dice Filippo Segato, segretario di Appe Chi uscirà questa sera (ieri, ndr) a cenare con il freddo e il rischio che piova? Con questo tempo nemmeno chi ha il plateatico potrà lavorare. E senza dubbio il coprifuoco alle 22 non aiuta, anzi, scoraggia a prescindere chi vorrebbe cenare fuori».
«C'è tanta confusione e con la confusione non si lavora: prima dicono che si può stare fuori anche oltre le 22 mostrando lo scontrino del ristorante, poi si scopre che non è vero. Questo approccio approssimativo non fa bene alle imprese e ai lavoratori. Ricordo che solo nel 2020 hanno chiuso definitivamente 200 locali nel Padovano e mille persone hanno perso il posto di lavoro».
La rabbia è palpabile. La stanchezza, anche. E il vento gelido che aggrediva i manifestanti non ha fatto altro che alimentare la frustrazione al pensiero che nemmeno nella giornata di ieri (e forse per tutta la settimana, stando alle previsioni meteo) i ristoratori avrebbero potuto servire al tavolo.
«Non siamo padroni del tempo sottolinea Vincenzo Allegra, titolare della pizzeria Il Console di Saccolongo Se comincia a piovere cosa diciamo ai clienti? Li mandiamo via? Non hanno pensato ai problemi concreti quando hanno parlato di ripartenza. Non sanno come funziona il nostro mondo, ci sono locali che hanno investito migliaia di euro per niente. Non neghiamo che il Covid sia un problema ma le nostre attività sono sicure, all'esterno e all'interno. Avrebbe avuto più senso, a questo punto, un'apertura graduale, vediamo poca lucidità nelle decisioni».
Uno dei problemi più sentiti è quello di chi non ha il plateatico. «Ho un portico di fronte al locale e ho messo tre tavolini. Dentro ho 60 coperti ma con la capienza ridotta possono mangiare 20 persone spiega Alessandro Gramolelli della trattoria Al Fungo di via Ugo Bassi Mi domando una cosa: se negli autogrill si può consumare all'interno, perché nel mio locale no? Non capisco la logica. Il mio, come altri, non è un locale da movida, si mangia e si torna a casa. Con l'asporto faccio pochissimo perché non sono in una zona centrale o residenziale».
La protesta è proseguita per poco più di mezz'ora. I ristoratori hanno continuato a bloccare il traffico a singhiozzo, in maniera simbolica senza creare intasamenti ma cercando di attirare l'attenzione sui molti aspetti lacunosi del provvedimento per cui, sostengono, circa 1300 dei 3.400 esercizi pubblici non lavoreranno. Poi sono tornati ai loro locali, sperando nella clemenza del tempo per poter lavorare con un minimo di normalità, almeno coloro che hanno il plateatico.
Silvia Moranduzzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci