LA PROTESTA
PADOVA Sciopero del trasporto pubblico, è guerra di cifre tra

Giovedì 12 Settembre 2019
LA PROTESTA
PADOVA Sciopero del trasporto pubblico, è guerra di cifre tra sindacati e Busitalia.
Non sono mancati ieri, per tutta la giornata, i disagi legati all'astensione dal lavoro proclamata dai sindacati di base Adl- Cobas, Sls, Sgb e Slm- Fast, non a caso fatto scattare in concomitanza del primo giorno di scuola. Per quel che riguarda la città, dunque, per tutta la giornata gli utenti hanno dovuto fare i conti con bus a singhiozzo e con le corse del tram praticamente dimezzate. Il trasporto extraurbano, invece, non ha subito ripercussioni significative.
Come sempre accade in questi casi, nel tardo pomeriggio è scattata la guerra delle cifre. Secondo gli organizzatori, infatti, ad aderire allo sciopero è stato oltre il 70% dei lavoratori. Per Busitalia, invece, non si è andati oltre al 35%, avrebbero insomma aderito alla mobilitazione non più di 80 autisti.
In mattinata, intanto, i sindacati hanno organizzato un presidio in piazzale Stazione. «Siamo qui per ribadire che così non si può più andare avanti - ha tuonato Stefano Pieretti di Adl Cobas - Sul fronte della sicurezza dei mezzi, si sta facendo troppo poco. Chi viaggia in tram non può rischiare ogni volta la propria incolumità. Siamo anche stanchi di essere presi in giro, non è possibile che, ogni volta che viene proclamato uno sciopero, l'azienda raggiunga un accordo con Cgil, Cisl e Uil».
«Da Busitalia pretendiamo risposte, altrimenti questo sarà solo il primo di una lunga serie di scioperi - ha rincarato la dose Vittorio Rosa di Sls - Le aggressioni nei confronti dei controllori sono quasi quotidiane. Su questo fronte l'azienda non ha mai fatto assolutamente nulla. I sindacati di base, poi, rappresentano la maggioranza dei lavoratori, non si capisce perché per noi restino chiuse ermeticamente le porte dell'Rsu aziendale. È vero, c'è anche chi non ha aderito allo stop - ha concluso l'esponente di Sls - Non è affatto un caso: Busitalia continua a utilizzare massicciamente i lavoratori interinali che, di certo, non hanno nessuna possibilità di scioperare». I sindacati di base denunciano poi che i lavoratori sotto i 27 anni d'età, inquadrati come apprendisti, devono accontentarsi di una busta paga che non va oltre i 1.050 euro al mese.
E attorno al trasporto pubblico ieri è nato un vero e proprio giallo. Già la settimana scorsa infatti, con dei cartelli ad hoc piazzati alle fermate dei bus, l'azienda aveva provveduto ad annunciare che l'11 settembre, quindi ieri, sarebbe partita la circolare Arcella. Ieri, però, gli utenti della nuova linea hanno dovuto fare i conti con una realtà ben diversa. La circolare, infatti, non è mai passata.
A palazzo Moroni hanno fatto sapere che, in teoria, ieri era stata organizzata una conferenza stampa per annunciare la partenza del servizio per lunedì prossimo. La conferenza, però, non c'è mai stata. Da Busitalia, invece, trapela che la decisione di rinviare la partenza del servizio sarebbe legata allo sciopero di ieri. Di certo la comunicazione ufficiale dell'azienda non è mai stata rettificata e, di conseguenza, ieri molte persone hanno atteso invano alle fermate. È comunque confermato che la linea partirà lunedì prossimo.
Le proteste rispetto alla nuova circolare non si limitano alla mancata partenza dei servizio. Alcuni utenti, infatti, hanno fatto notare che la fermata del capolinea in via Fra' Paolo Sarpi si trova proprio davanti un posto auto di un parcheggio a pagamento. Una circostanza che rende quasi impossibile attendere il bus sul marciapiede. Non solo. La prima corsa parte alle 8.30 del mattino, ovvero quando nelle scuole è già suonata la prima campanella, il che rende impossibile l'utilizzo del servizio da parte degli studenti.
Alberto Rodighiero
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