La prigione, il barcone, il lavoro: storia di Komara

Venerdì 30 Aprile 2021
La prigione, il barcone, il lavoro: storia di Komara
MONSELICE
Komara è un ragazzo di 21 anni, originario della Guinea, arrivato in Italia su un barcone quasi 4 anni fa e oggi dipendente, in qualità di meccanico, della cementeria Buzzi Unicem a Monselice, grazie al progetto di accoglienza e integrazione socio-lavorativa per giovani stranieri non accompagnati nato dalla collaborazione tra la stessa Buzzi Unicem e Cesvi.
«Avevo 9 anni quando mio padre è morto racconta Komara . Nella mia famiglia non c'era più di che vivere, così la mia mamma mi ha mandato a vivere nella capitale a casa dello zio, che faceva il giornalista. Tutto è andato bene fino a quando ho compiuto 15 anni e mio zio, autore di un'inchiesta risultata scomoda, è stato fatto sparire». Per Komara è cominciata la fuga, senza soldi e senza prospettive, attraverso il Mali, il Niger e poi la Libia, dove è stato arrestato e portato in prigione. «Ti rinchiudono dicendoti che non ti libereranno fino a quando non pagherai spiega il giovane . Ma io non avevo soldi. Dopo 8 mesi sono stato comprato come schiavo. Per tre mesi ho lavorato ininterrottamente, sotto la minaccia delle armi, ricevendo un solo pezzo di pane al giorno. Dopo tre mesi sono scappato e sono arrivato a Tripoli». Lì le cose sembravano essersi messe meglio per Komara: «Sono stato preso sotto l'ala da un meccanico del Mali, che mi ha preso a lavorare da lui. Poi purtroppo la guerra ci ha raggiunti, hanno incendiato l'officina e non ho più saputo cosa gli sia successo. Disperato sono andato verso il porto, sperando di imbarcarmi. Non avevo soldi a sufficienza, ma dopo 2 mesi, forse stanchi di vedermi sempre lì, mi han preso ciò che avevo e mi hanno messo su un gommone». Dopo una traversata traumatica, dopo aver visto morire alcuni dei suoi compagni, Komara è arrivato in Italia.
IL TIROCINIO
«Sono stato inserito in un centro di accoglienza in Sicilia e ho potuto frequentare la scuola racconta il 21enne . Grazie all'associazione Cesvi son arrivato ad un tirocinio alla cementeria Buzzi Unicem di Augusta: un'opportunità per imparare il mestiere, integrarmi in Italia e acquisire un'indipendenza finanziaria tale da permettermi di aiutare la famiglia». Dopo un anno ad Augusta, Komara è stato trasferito a Monselice, con un regolare contratto di assunzione come meccanico allo stabilimento Buzzi. «Vivo in un appartamento per conto mio, non mi pare ancora vero conclude il giovane . Adoro questo lavoro e sto continuando a studiare. Non mi rimane molto tempo libero, ma posso aiutare la mia famiglia, permettere a mia sorella di studiare. A Natale sono tornato in Guinea per le vacanze. È stata un'emozione incredibile. Ma ora il mio posto è qui».
Camilla Bovo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci