LA POLEMICA
PADOVA Scoppia la polemica sul mancato screening dei farmacisti nel

Lunedì 30 Novembre 2020

LA POLEMICA
PADOVA Scoppia la polemica sul mancato screening dei farmacisti nel padovano. Ad alzare la voce è di una dottoressa, al lavoro in una farmacia a Chiesanuova. «Medici e infermieri sono sottoposti al tampone ogni venti giorni scrive la dottoressa Giraldin - per noi, invece, l'ultima chiamata per lo screening Covid risale ai primi di maggio. Da allora non siamo più stati controllati. Come i medici e gli infermieri anche noi siamo in contatto con persone positive, ma nessuno dice niente della nostra categoria. Come sempre sembriamo essere l'ultima ruota del carro sanitario».
LA LETTERA
Condivide il grido d'allarme anche Giovanni Cirilli, presidente dell'Ordine dei farmacisti di Padova. «Come Consiglio, lo scorso 10 novembre, abbiamo inviato una lettera per chiedere delucidazioni all'Ulss 6 Euganea fa sapere il dottor Cirilli -. A tutt'oggi non abbiamo ricevuto risposta. Come i medici e gli operatori sanitari, anche i farm®acisti hanno diritto di essere sottoposti ai tamponi per Covid-19. Non siamo considerati, eppure la nostra categoria conta diciannove vittime in Italia per coronavirus. Ma il problema non si ferma ai tamponi. Siamo l'ultima ruota del carro anche per la campagna di vaccinazione antinfluenzale, non ci sono dosi sufficienti per tutelare la categoria. Chi ha più di 65 anni è riuscito a vaccinarsi in qualche modo, i farmacisti più giovani sono rimasti esclusi». L'amarezza è tanta. «Siamo utili solo per fornire i medicinali alle persone dimesse dagli ospedali dai gran dottori racconta la dottoressa -. Dalla dimissione i pazienti arrivano in farmacia e, ci tengo a sottolineare, Covid positivi. Alcuni, ad esempio, hanno ancora il braccialetto dell'ospedale. O addirittura arriva gente che dovrebbe essere in quarantena o che ha familiari o congiunti in quarantena. Arrivano facendo finta di niente, vengono in farmacia ad acquistare quello di cui hanno bisogno e a volte anche dei prodotti non indispensabili».
IL SILENZIO
La dottoressa Giraldin lamenta un assordante silenzio dalle associazioni di categoria e dalla Regione. «So che è un momento molto difficile per tutti dice la farmacista padovana - ma ho iniziato questa campagna di sensibilizzazione per cercare di far sapere che non esistono solo medici ed infermieri valorosi. Esistiamo anche noi. A marzo due dei miei collaboratori sono risultati positivi al Covid: una collega si è ripresa, mentre l'altro collega sta avendo ancora dei problemi. E io credo, anzi, sono pienamente sicura, che come nel mio piccolo comune, queste situazioni siano accadute in molte altre zone, ma mai nessuno ne ha parlato». Il contagio, oltre che tra medici e infermieri, è diffuso anche tra i farmacisti. «Sono stanca di questa disparità che continua ad esserci tra la categoria medica e la categoria dei farmacisti conclude Giraldin -. Sono dell'opinione che se tutti assieme iniziassimo a collaborare in modo ragionevole e professionale (come d'altronde richiedono le nostre professioni) non ci sarebbero di questi problemi. Non esistono operatori sanitari di classe A e di classe B. A nome di tutti i farmacisti (anche di quelli che non hanno coraggio di dire come stanno le cose) faccio quest'appello: vogliamo essere controllati maggiormente, come già accade per tutti gli altri operatori sanitari. Questa situazione che ci fa vivere nel panico».
E.Fa.
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Ultimo aggiornamento: 1 Dicembre, 15:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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