LA MOBILITAZIONE
PADOVA Un vorticoso passaparola fino a tarda sera. Dalle pagine

Venerdì 15 Gennaio 2021
LA MOBILITAZIONE
PADOVA Un vorticoso passaparola fino a tarda sera. Dalle pagine Facebook al canale Telegram passando ovviamente per i gruppi WhatsApp, il messaggio di chi fomenta la rivolta è sempre lo stesso: «Dobbiamo reagire, è il momento di riaprire». Nelle ultime 24 ore si è allargata ulteriormente la platea di baristi e ristoratori che oggi alzeranno le serrande e aspetteranno i clienti in barba ai divieti. Tra Padova e provincia i disubbidienti potrebbero essere alcune decine e il prefetto Renato Franceschelli ha già dato una chiara indicazione ai vertici delle forze dell'ordine: «Chi viola la legge pagherà le conseguenze». È prevista una raffica di sanzioni per i gestori ma saranno multati anche i clienti.
LE ADESIONI
Tutto ruota torno alla mobilitazione #ioapro, partita da Pesaro ed estesa a tutta Italia con almeno trentamila adesioni annunciate da parte dei gestori dei locali. L'intento è quello di ignorare per un giorno le restrizioni anti-Covid imposte dal governo, «rialzando la testa» (parole degli organizzatori) e tornando a lavorare dietro al bancone. Una sfida alle istituzioni che alcuni baristi motivano con la disperazione economica e altri, semplicemente, con il desiderio di dare un forte segnale politico.
Il prefetto in ogni caso è netto: «Massima comprensione per i danni subiti dai locali, ma altra cosa è infrangere le norme. Le sanzioni ci saranno, per loro e per i clienti. La Digos sta monitorando i social e le forze dell'ordine faranno i controlli». Il questore Isabella Fusiello ricorda che «i comportamenti contro la legge non sono giustificabili» e auspica che «ci siano solo azioni dimostrative con luci accese e serrande alzate, non situazioni pericolose per la salute». Il numero uno della polizia lo ha ribadito anche ieri pomeriggio a Marzia Terzi, una delle organizzatrici della rivolta, ricevuta appositamente in questura. Il decreto prevede una sanzione da 400 euro e la chiusura per 5 giorni quando sarà possibile riaprire i locali. Il reato penale di epidemia colposa invece si configurerebbe solo nel caso in cui un esercente fosse positivo al Covid.
L'ELENCO
Il riferimento virtuale della protesta è il gruppo Telegram Io apro Padova, che ieri sera contava 1.200 iscritti. Qui Marzia Terzi condivide la lista dei locali che aderiscono e i consigli di quattro avvocati fiorentini che promettono tutela legale per gestori e clienti. Gli stessi avvisano: «È probabile che se un dipendente subisce un infortunio sul lavoro l'Inail non provvederà a coprirvi dal punto di vista assicurativo». Altre indicazioni: «Portate il conto al tavolo entro le 22» e «siate il più possibile collaborativi e accomodanti nei confronti delle forze dell'ordine».
I locali padovani che hanno dato la conferma di essere aperti oggi sono la pasticceria Le Sablon di via Guido Reni, il Green Street Club di via Dante, il Bacareto San Pietro nell'omonima via e l'osteria Corte dei Leoni di via Boccalerie. In provincia ci sarà anche e soprattutto la locanda al Sole di Vo', dove tutto è cominciato: era il ritrovo fisso di Adriano Trevisan, prima vittima italiana dell'emergenza Covid, e Renato Turetta, morto anche lui pochi giorni dopo. «Provate voi a stare cinque mesi senza stipendio e con un sacco di cose da pagare - spiega uno dei soci, Alessio Guerra - Alle nove aprirò, poi si vedrà».
Aderiranno all'iniziativa pure il bar Bardo a Tribano, la birreria Pisani di Vigonza, l'Anima chic cafè di Due Carrare, il Lato libero ristobar a Cinto Euganeo, il Central cafè di Montagnana, il Ripasso wine food di Montegrotto. Avrebbe voluto unirsi all'elenco anche l'Antico Brolo di corso Milano a Padova ma «potremo esserci solo con il cuore per motivi organizzativi spiega Barbara Di Natale Abbiamo i dipendenti in cassa integrazione e non siamo riusciti a smaltire le pratiche in tempo, senza contare che non riusciremmo a garantire un servizio al pieno delle nostre forze perché ci mancano le materie prime. Ma nel caso si ripeta la prossima settimana vedremo di essere pronti».
LE POSIZIONI
A fare servizio parziale sarà la Corte dei Leoni: «Abbiamo deciso di aprire il bar, in questo modo saremo attivi riferisce il titolare Emanuele Boccardo Mi auguro che in tutta Italia siano milioni coloro che aderiranno».
«Abbiamo già delle prenotazioni di coppie o famiglie racconta Omar Pisani che assieme ai fratelli gestisce la birreria di Vigonza Le persone hanno voglia di muoversi e in tanti ci hanno chiamato per sapere se aprivamo. La multa? La mettiamo in previsione ma del resto qualcosa dobbiamo fare. Cinque giorni di chiusura non cambiano granché e nemmeno i 400 euro di multa. In fondo non facciamo una manifestazione pericolosa, non danneggiamo nessuno anche perché all'interno dei nostri locali abbiamo sempre rispettato le regole anti-contagio, dal distanziamento alla sanificazione e tutto ciò che ci gira intorno».
L'Associazione commercianti del centro (Acc) esprime piena solidarietà e vicinanza nei confronti di coloro che parteciperanno alla manifestazione. «Premesso che se fossero stati previsti ristori congrui da parte del governo non ci sarebbe stata nemmeno la necessità di protestare in maniera così vigorosa commenta il presidente Massimiliano Pellizzari non possiamo biasimare né tanto meno giudicare chi versa in condizioni di grande difficoltà».
Meno accomodante è la Cna Veneto che invita a rispettare le leggi. «Non si tiene conto del rischio connesso alle sanzioni, per le quali si parla di un'eventuale tutela legale comune e gratuita, di cui però non sono fornite indicazioni precise».
Silvia Moranduzzo
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci