LA MOBILITAZIONE
PADOVA Lavorare o fermarsi finché non cambierà qualcosa

Mercoledì 16 Maggio 2018
LA MOBILITAZIONE
PADOVA Lavorare o fermarsi finché non cambierà qualcosa a livello di sicurezza interna?
È la domanda a cui oggi pomeriggio cercheranno di rispondere gli oltre quattrocento lavoratori dello stabilimento di riviera Francia delle Acciaierie Venete, dove si p verificato l'incidente di domenica. E quella che gli altri lavoratori delle Acciaierie sono chiamati a prendere oggi pomeriggio, è una decisione che li riguarda da vicino. Secondo la Fiom Cgil «così non si può andare avanti».
In attesa dello sciopero generale dei metalmeccanici, annunciato per venerdì, a sostenere i lavoratori delle Acciaierie Venete anche le astensioni dei dipendenti di altre metalmeccaniche padovane come la Zen, la Parpas, la Antonio Carraro, la Toffac, la Dab, la Carraro Drive Tech, la Maschio Gaspardo, la Megius, la Alco.
Intanto, ieri mattina, la produzione è ripresa nello stabilimento di via Pellico, dove vengono eseguite le laminazioni, e che lunedì aveva scioperato. Una produzione che può andare avanti per alcuni giorni, ma che si nutre del lavoro dello stabilimento di riviera Francia, dove ancora ieri l'unico via-vai era quello dei camion che scaricavano commesse ordinate da tempo. Il resto, tutto fermo.
«Non mi sento di dire che si rischia di rimanere senza lavoro - afferma Francesco Semino, responsabile relazioni esterne Acciaierie Venete - ma è una questione che non voglio affrontare, per evitare di creare incomprensioni e intervenire in chi deve decidere nel dissequestro dell'area. Abbiamo ancora stoccate nei magazzini scorte di billette da trasferire nei capannoni di laminazione e ci stiamo attrezzando per tarare il lavoro. Gli operai comunque non rischierebbero nulla, ci sono gli ammortizzatori sociali».
Il pensiero però va alle vittime di quell'incidente, causato probabilmente dalla rottura di un perno installato un anno fa, e alle loro famiglie: «Siamo vicini ai nostri dipendenti anche dal punto di vista economico precisa Semino - Abbiamo dato alla famiglie la disponibilità di qualsiasi tipo, uno di loro è ricoverato a Cesena, se ci fossero difficoltà, siamo qui».
E l'idea di aiutare i colleghi in difficoltà è stata discussa anche ieri mattina durante la visita della segretaria generale della Cgil Susanna Camusso a Padova. «Abbiamo discusso con lei della creazione di un fondo, finanziato da noi colleghi, per gli operai feriti dalla caduta della siviera - precisa Stefano Lazzarini, della Fiom Cgil e rappresentante sindacale interno ad Acciaierie - Il fondo però non sarebbe limitato a questo singolo episodio, ma allargato anche al futuro: una cassa alla quale attingere per sostenere casi drammatici come questo di domenica».
Resta quindi sul piatto la questione legata al sequestro dell'area teatro dell'incidente, cuore pulsante dell'acciaieria di riviera Francia. Che fare se non dovessero essere tolti i sigilli? «Questi sono problemi da vedere giorno per giorno. Non possiamo quantificare l'entità della perdita economica dell'azienda, ma di sicuro è notevole - afferma Lazzarini - Vogliamo incontrare i lavoratori di riviera Francia: molti di loro sono choccati, alcuni non vogliono tornare al lavoro. Hanno paura, ed è comprensibile».
N.M.
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