LA MESSA
PADOVA «Abbiamo dovuto nuovamente rinunciare alla processione.

Lunedì 14 Giugno 2021
LA MESSA PADOVA «Abbiamo dovuto nuovamente rinunciare alla processione.
LA MESSA
PADOVA «Abbiamo dovuto nuovamente rinunciare alla processione. Ma se lo scorso anno in questi giorni eravamo spaventati e confusi per l'arrivo di una pandemia che mai avremmo pensato di dover fronteggiare, oggi guardiamo con maggiore speranza e serenità al futuro». Comincia così il lungo intervento del sindaco Sergio Giordani alla messa solenne delle 17.30, dentro una basilica dove i 350 posti a sedere si sono riempiti in pochi minuti. «Come tutti i momenti di crisi, questa epidemia ci ha portato dolore, paura e lutti, e oggi affidiamo a Sant'Antonio tutte le persone che sono mancate a causa di questa malattia - sottolinea il sindaco - Ma questa crisi è anche un opportunità per riflettere sulle nostre vite e sulle nostre comunità per provare a costruire un futuro che sia migliore».
IL MESSAGGIO
Giordani parla e intanto si riempie anche il chiostro con i due maxischermi, dove prende posto chi non è riuscito ad entrare in basilica. «E' emersa la nostra fragilità - prosegue il sindaco - Credevamo che benessere economico, sviluppo tecnologico e scientifico ci dessero in qualche modo uno scudo di invincibilità ma è evidente che non è così».
Si arriva così al passaggio-chiave, quello sulla sofferenza economica delle persone: «Antonio riuscì addirittura a far modificare la legge dell'epoca sui debiti non onorati, evitando ai debitori insolventi senza colpa il carcere e l'esilio. Un insegnamento molto importante e attuale anche oggi, nel quale squilibri economici, crisi finanziarie ed emergenze sanitarie impoveriscono persone e famiglie mettendole talvolta anche nell'impossibilità di onorare gli impegni presi». Eccolo, l'insegnamento di Sant'Antonio: «Quest'attenzione alla persona, alla sua dignità è un monito di sant'Antonio che dobbiamo fare nostro».
Poi, il ringraziamento ai padovani: «Mi ha rincuorato e sostenuto il grande impegno e sforzo delle migliaia di padovani che si sono messi a disposizione della nostra comunità: cittadini singoli, associazioni, gruppi informali che hanno dimostrato con i fatti quanto la nostra comunità abbia nel suo Dna quei valori di solidarietà e giustizia che sono al centro dell'insegnamento di Sant'Antonio. Averlo toccato con mano mi rende più ottimista per il futuro». Un futuro a cui guardare «tenendo sempre ben presente l'insegnamento di Sant'Antonio al quale questa città deve moltissimo».
LA POPOLARITÁ
La messa solenne del pomeriggio è quella celebrata da padre Roberto Brandinelli, ministro provinciale dei frati minori conventuali. Il riferimento più toccante dell'omelia è quello sul «segreto della popolarità che frate Antonio seppe guadagnarsi qui a Padova». «Visse qui soltanto l'ultimo breve tratto della sua esistenza - ricorda padre Roberto - eppure quel breve periodo fu talmente intenso che gli guadagnò una stima enorme tra i padovani». Uno dei problemi maggiori all'epoca «era l'usura che strangolava molte persone, perlopiù gente onesta che cercava una via per migliorare le proprie condizioni vita. Frate Antonio si imbatté in diversi casi disperati e anche in alcuni suicidi causati dall'impossibilità di restituire il denaro ricevuto in prestito. Di fronte al problema di queste persone quello che si mette a fare Antonio insieme ai suoi frati è da un lato pregare e dall'altro cercare di comprendere il meccanismo perverso sul quale si reggeva il sistema dell'usura». Temi attualissimi anche oggi, quando la fede si intreccia con le difficoltà dettate dall'attualità.
G.Pip.
© RIPRODUZIONE RISERVATA.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci