«La famiglia di Todita non ha visto un soldo»

Mercoledì 7 Ottobre 2020
«La famiglia di Todita non ha visto un soldo»
L'INCHIESTA
PADOVA La prima udienza preliminare in merito all'incidente alle Acciaierie Venete del 13 maggio del 2018, è stata fissata per il prossimo 17 novembre davanti al Gup Elena Lazzarin. Il primo appuntamento sarebbe stato il 26 marzo, ma l'emergenza sanitaria ha fatto slittare il tutto. Il giudice aveva consentito alle assicurazioni e alle parti civili di trovare un accordo sui risarcimenti ma, come ha sottolineato l'avvocato Anna Maria Alborghetti difensore della famiglia di Sergiu Todita morto dopo un mese dall'infortunio all'ospedale di Cesena, l'assicurazione ai suoi assistiti non ha ancora versato nulla. «La moglie e la figlia minorenne di Todita - ha dichiarato - non hanno visto versato ancora nulla, e questa non è la procedura normale. Certo i risarcimenti vanno parametrati, ma almeno una base doveva essere versata. Al momento stanno vivendo con la sola pensione del marito e non è facile. Ricordo che sono morte delle persone tra atroci sofferenze». Il rinvio a giudizio, da parte del procuratore aggiunto Valeria Sanzari titolare delle indagini, è stato chiesto per Alessandro Banzato, presidente del consiglio di amministrazione della società e il dirigente dello stabilimento Giorgio Zuccaro, titolare della delega in materia di sicurezza. Quindi per Vito Nicola Plasmati, legale rappresentante della Hayama Tech, con sede a Fagagna (Udine), la ditta incaricata della manutenzione degli impianti nello stabilimento di Camin di cui sono dipendenti i due operai rimasti feriti. Poi per i due amministratori della Danieli Officine Meccaniche Spa di Buttrio (Udine), l'azienda che ha fornito nel 2014 alle Acciaierie Venete la traversa di sollevamento della siviera, Gianpietro Benedetti e Giacomo Mareschi Danieli. Infine per Dario Fabbro, responsabile della sede bresciana della Danieli, la società che avrebbe rilasciato il certificato di conformità del prodotto alle norme europee. Era domenica 13 maggio del 2018, intorno alle sette del mattino, quando una siviera carica di acciaio fuso, circa 90 tonnellate a 1.600 gradi, è caduta a terra travolgendo come una bomba di fuoco quattro operai che stavano lavorando all'interno di un capannone delle Acciaierie Venete. Sergiu Todita, 39 anni, è morto dopo un mese dall'incidente. Marian Bratu, 44 anni, è sopravvissuto sette mesi in più ed è deceduto il pomeriggio di Santo Stefano nel suo letto di ospedale nel Centro Grandi Ustionati di Padova.
Marco Aldighieri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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