LA CRONACA
PADOVA Dalle otto di martedì mattina alle otto di ieri. Quarantotto

Venerdì 21 Febbraio 2020
LA CRONACA
PADOVA Dalle otto di martedì mattina alle otto di ieri. Quarantotto ore di agonia, poi la terribile certezza: Anna Modenese, 14 anni, non ce l'ha fatta. La studentessa iscritta al primo anno del liceo Duca D'Aosta non si è più ripresa dal malore che l'ha fatta accasciare sul banco durante l'appello in classe. Ieri mattina la commissione riunita al centro cardiologico Gallucci ha decretato la morte cerebrale: dopo le sei ore di osservazione, previste per le legge, si è spenta anche l'ultima fiammella di speranza. I genitori, stravolti, hanno dato il via libera per l'espianto degli organi. Accanto a loro, decine di amici e colleghi del padre (vigile urbano impegnato alla centrale operativa) si sono stretti attorno alla famiglia per provare ad attenuare un dolore incolmabile. «Non è possibile, non è possibile» continuava a ripetere a mezzogiorno il papà Alessandro, nascondendo dietro gli occhiali i suoi occhi umidi. La sua figlioletta era lì, dietro una doppia porta scorrevole, da più di due giorni.
LA RICOSTRUZIONE
La giovane, iscritta all'indirizzo di Scienze umane, era appena entrata in classe quando all'improvviso il suo cuore si è fermato. La professoressa non ha nemmeno fatto in tempo a chiamare il suo nome. Lei si è accasciata e non si è mai più risvegliata. A scuola non era presente un defibrillatore: dopo le prime manovre di rianimazione messe in atto dai professori e dai medici del Suem 118, è stata trasportata d'urgenza all'Unità di cura intensiva coronarica dell'ospedale giustinianeo.
Lo sguardo del padre (da vent'anni in Polizia locale) e della madre Claudia, nota in città per essere molto attiva nel volontariato, dicevano tutto già mercoledì sera. Ieri mattina hanno avuto la conferma ascoltando le parole della direttrice del reparto. «Non c'è più niente da fare» ha spiegato la professoressa Luisa Cacciavillani. Troppo gravi i danni cerebrali provocati dall'arresto cardiaco.
LE CAUSE
Ieri non era ancora possibile stabilire le cause del decesso. Un arresto cardiaco può avvenire per svariati motivi e i primi accertamenti non hanno fatto emergere alcuna patologia. Servirà l'autopsia, quindi, per capire come ha potuto spezzarsi all'improvviso la vita di una ragazzina di quattordici anni. Una ragazzina atletica, che adorava il monopattino e che andava spesso a scuola in bicicletta, pedalando da via Cavicchioli (quartiere San Gregorio) a via del Santo. Nell'ultimo periodo pare che la giovane avesse accusato problemi di nausea e vomito e per questo stava facendo degli accertamenti. Non era ancora stata fatta alcuna precisa diagnosi e non è possibile stabilire se quei sintomi fossero un campanello d'allarme della tragedia.
L'ANGOSCIA
Quella tra mercoledì e giovedì è stata una mattina di dolore e angoscia. Teste basse e occhi gonfi, tutti i presenti nella sala d'attesa del Gallucci sapevano che molto probabilmente non c'era più nulla da fare. Padre e figlio, amici di famiglia, si abbracciano e piangono a dirotto. I vigili urbani (compresi il comandante Fontolan e il coordinatore della centrale operativa Varotto) si stringono attorno al collega Alessandro, che martedì ha ricevuto la chiamata dalla scuola mentre si trovava al lavoro al comando di via Gozzi. È abituato a ricevere telefonate per gestire delle emergenze, ma mai avrebbe immaginato di alzare il proprio cellulare per una notizia simile. «Non è giusto - si sfoga trattenendo a stento le lacrime - non sappiamo darci una spiegazione. Siamo stravolti».
Nel pomeriggio arriva anche il sostegno morale del sindaco Giordani: «Sono sconvolto da questo dramma che colpisce profondamente tutta la nostra comunità. Sono tragedie che come padre e nonno mi fanno riflettere nel profondo. Tutti i padovani sono vicini alla famiglia e io personalmente con la giunta mando un abbraccio e la nostra commossa vicinanza».
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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