La cooperativa Tre Fontane di Roma è legittimata a partecipare a bandi

Mercoledì 17 Febbraio 2016
La cooperativa Tre Fontane di Roma è legittimata a partecipare a bandi per l'accoglienza dei rifugiati. Come scrivevamo ieri la cooperativa era stata colpita da una interdittiva del prefetto di Roma Gabrielli il 22 giugno scorso, insieme a tutte le società del Gruppo La Cascina. Questo dal momento che quattro amministratori de La Cascina erano stati arrestati l'estate scorsa con l'accusa di concorso in corruzione nell'ambito dellel indagini per Mafia Capitale. Hanno patteggiato la condanna il 7 gennaio scorso. Due anni e otto mesi per Francesco Ferrara, due anni e sei mesi per Domenico Cammisa, Salvatore Menolascina e Carmelo Parabita, oltre alla confisca di 400mila euro.
In quel frangente per non paralizzare l'attività di un Gruppo da 7.600 dipendenti e 37 milioni di pasti erogati annualmente, il 3 luglio il prefetto Gabrielli ha nominato due commissari e poi il tribunale di Roma ha disposto l'amministrazione giudiziaria il 27 luglio, nominando giudice delegato Guglielmo Muntoni e amministratori giudiziari Claudia Capuano, Davide Franco e Paolo Lupi. Di conseguenza "I provvedimenti interdittivi emessi dalle prefettura sono stati prima sospesi, in data 28 e 30 luglio e poi revocati il 22 settembre dal prefetto di Roma" dice La Cascina.
Dunque formalmente le società del Gruppo possono operare, chiedere fidi in banca, pagare i fornitori. Resta da vedere come si comporterà la Prefettura che in queste settimane dovrà chiedere una serie di documenti alle società che hanno fatto le offerte per il bando da 20 milioni di euro, tra cui la fidejussione, lo stato bancario, non avere la sanzione interdittiva, dunque il certificato antimafia. All'articolo 8 punto "e" la società dovrà provare "l'insussistenza di sentenza di condanna passata in giudicato, o di decreto penale di condanna divenuto irrevocabile, ovvero sentenza di applicazione della pena su richiesta ai sensi dell'articolo 444 del Codice di Procedura penale, per reati gravi in danno dello Stato o della Comunità, che incidono sulla moralità professionale, ovvero sentenza di condanna passata in giudicato per uno o più reati di partecipazione ad un'organizzazione criminale, corruzione, frode, riciclaggio. La dichiarazione dovrà essere resa dai soggetti espressamenti indicati dall'articolo 38 del Codice dei Contratti nonché relativamente a quelli cessati dalla carica nell'anno antecedente la data di pubblicazione del bando di gara".

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