LA CELEBRAZIONE
Basilica di Santa Giustina gremita in onore di San Prosdocimo,

Lunedì 8 Novembre 2021
LA CELEBRAZIONE
Basilica di Santa Giustina gremita in onore di San Prosdocimo, proto vescovo e patrono principale della Diocesi di Padova ed evangelizzatore delle genti venete. A celebrare ieri sera alle 18,30 la messa il vescovo monsignor Claudio Cipolla che si è rivolto ai tantissimi fedeli ed ai molti sindaci e amministratori arrivati dalla città e dai Comuni del territorio della Diocesi di Padova e i fedeli servitori.
IL RICONOSCIMENTO
Dopo l'eucarestia infatti il vescovo per il secondo anno, ha consegnato ad oltre quaranta laici della Diocesi un segno di riconoscimento e gratitudine per il servizio reso alla Chiesa, mettendo a frutto il battesimo, e ha iscritto il loro nome nell'Albo dei fedeli servitori, istituito lo scorso anno. Ogni laico è stato presentato da una parrocchia o segnalato da un'istituzione religiosa, un sacerdote, dal vescovo emerito o da un'associazione. Il vescovo li ha chiamati ad uno ad uno ai piedi dell'altare enunciando per ognuno le motivazione per le quali è stato assegnato loro un attestato e un ricordo della cerimonia, persone accumunate dalla grande umiltà e dedizione dimostrata nel loro servizio gratuito alla Chiesa di Padova, alle loro parrocchie o ad altre realtà ecclesiali.
I PROTAGONISTI
Tra loro volontari, un sacrestano, una coppia di sposi, tutte persone che nell'anonimato hanno speso la loro vita al servizio del prossimo e della Chiesa. La Chiesa ritiene che, anche se il servizio svolto dai suoi figli e dalle sue figlie è chiamato alla stessa gratuità con la quale Cristo l'ha amata e redenta, come ha ricordato il vescovo, sia legittimo e quasi doveroso esprimere verso tali persone il segno di una gratitudine visibile e sincera, evidenziandone il senso di esemplarità.
«Siamo qui tutti riuniti insieme a San Prosdocimo evangelizzatore al quale dobbiamo l'arrivo della fede nelle terre venete - ha esordito monsignor Claudio - non siamo qui per imparare perché non ho nessun insegnamento da dare ma siamo qui per dare il nostro tempo al Signore gratuitamente e liberamente e lui saprà cosa farne. In questi giorni a Montagnana ho incontrato le mamme che lottano contro i Pfas per i loro figli e per tutto il territorio, ho incontrato i giovani impegnati nella nuova economia green, persone impegnate in Africa o qui nelle associazioni di volontariato sociale - ha continuato - persone che hanno grandi responsabilità e le riconoscono come diritti e doveri perché noi cristiani siamo anche cittadini e per servire nelle difficoltà anche quegli ambiti dove servono coraggio innovazione e cambiamento».
IL MESSAGGIO
Il vescovo Claudio si è poi rivolto ai tanti amministratori presenti: «Fare i sindaci oggi significa fare un servizio con uno stile che è quello degli agnelli i mezzo ai lupi ma restandoci a testimoniare, tare nel mondo è la nostra missione e dobbiamo starci col nostro stile, quello che ci ha consegnato il Signore. A tutti voi nonva solo il mio grazie ma quello della Chiesa». Il vescovo ha quindi letto un brano del documento del Concilio Vaticano II Ad Gentes accumunando i sindaci agli insegnanti di religione: «Ci sono alcune cose da rilevare di Ad Gentes, il primo punto è esserci, stare nel nostro territorio, saperci vivere ed è difficile quando ci sono dei contrasti ma la cosa importante è la presenza, è prendere parte alla vita sociale e culturale costruendo relazioni perché così si costruisce il cammino all'interno della comunità, noi siamo in una situazione di cambiamento culturale e si devono comprendere i cambiamenti perché è li che possiamo costruire i nostro futuro».
Luisa Morbiato
© riproduzione riservata
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci