L'università resiste, Plebani: «Tremila test, il bilancio è ottimo»

Sabato 24 Ottobre 2020
L'ATENEO
PADOVA Il Bo resiste. E di resistenza l'Ateneo patavino è un esperto: dopo la medaglia d'oro al valore militare per il suo ruolo nella Resistenza al fascismo, ora ha un altro nemico da combattere. Il Coronavirus. E una delle armi a sua disposizione è la campagna di test salivari intrapresa all'inizio dell'anno accademico, una campagna alla quale ha aderito oltre la metà tra docenti e personale tecnico-amministrativo. Sono tre le persone asintomatiche risultate positive da questa campagna di test e 19 sono le persone del mondo universitario padovano contagiate dall'inizio della pandemia il 21 febbraio scorso.
«Un bilancio ottimo commenta il direttore del progetto Mario Plebani, già presidente della Scuola di Medicina Su ottomila persone hanno aderito quasi in cinquemila per questo primo giro di screening. I casi di positività riscontrati sono stati tutti confermati dal tampone molecolare e questo ci dà un'ulteriore conferma della validità del test, non abbiamo avuto nessun falso positivo. Finora abbiamo elaborato più di tremila test e i positivi sono davvero un numero esiguo».
L'obiettivo di questa nuova resistenza è arginare il contagio, puntando sugli asintomatici. E dato che la battaglia procede furiosa ma le difese della fortezza del Bo reggono, partirà un secondo giro di screening a inizio novembre permettendo a chi non ha fatto in tempo ad iscriversi prima di farlo ora. Così da aumentare ancora di più la platea della resistenza. La campagna di test salivari subirà un fisiologico rallentamento durante le vacanze di Natale ma la macchina degli screening non si fermerà completamente.
Ma c'è un'altra novità: il rettore Rosario Rizzuto ha chiesto al team del professor Plebani di diminuire il periodo tra un controllo e l'altro da 20 a 15 giorni, alla luce della curva epidemica degli ultimi giorni. «Il nostro è un lavoro di squadra precisa Plebani Per far fronte alla grande mole di test abbiamo chiesto aiuto a tecnici al di fuori del mio laboratorio. E hanno accettato di fare ore in più non pagate senza batter ciglio, una dimostrazione che Padova è davvero la capitale del volontariato. Sono davvero soddisfatto di quello che stiamo facendo». Due notizie, inoltre, fanno sperare i resistenti del Bo in una spinta verso questo genere di test che potrebbe essere utilizzato in altri ambienti lavorativi. «Lo Spallanzani recentemente ha confermato che i test salivari funzionano bene e un altro studio ha riferito che è il metodo migliore per rintracciare gli asintomatici dice Plebani Inoltre, da una ventina di giorni questi test in Francia sono rimborsabili. Spero che questo dia la spinta anche al nostro Ministero della Salute, spero ne capisca l'importanza».
Silvia Moranduzzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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