L'ORGANIZZAZIONE
PADOVA Il concetto é: non guardate ai posti letto ma alla

Giovedì 16 Maggio 2019
L'ORGANIZZAZIONE
PADOVA Il concetto é: non guardate ai posti letto ma alla qualità del servizio sul territorio. Perchè possono esserci 100 posti in un ospedale ma utilizzati al 70 per cento e dunque vanno tagliati, così come 70 posti con un'alta percentuale di ricambio-pazienti possono rendere come 100.
I POSTI
Ha ragione il direttore generale dell'Ulss 6 Domenico Scibetta a cercare di strapparci dalla maniglia del letto per leggere i caratteri della sanità padovana in futuro. Ma bisogna dirlo anche a sindaci e primari, gelosi del loro territorio. Ebbene stando ai numeri diramati ieri, nessuno dovrà dispiacersi dalle nuove schede ospedaliere. Che aumentano alla fine di 27 posti il totale della disponibilità (1.588).
Ma non è solo questo: perché nel solito rimpasto alla fine il risultato questa volta è una ridefinizione che premia gli ospedali del territorio, assegnando loro primariati e posti in più ragione delle loro specialità confermando quella vocazione di rete che vuole dare la Regione.
LO IOV
Cominciamo dal centro. Con Scibetta ieri c'era il direttore generale dello Iov-Ircss, Giorgio Roberti. Per dire quanto è cresciuto dal 2103, la programmazione oggi prevede 310 posti e 27 apicalità, erano 120 e 13.
«Il Busonera soffre carenza di spazi» ha detto Scibetta. Dunque Roberti ha confermato che tutta la parte chirurgica andrà a Castelfranco tranne quella che riguarda la senologica e la chirurgia ricostruttiva. Padova perderà solo la chirurgia dei tessuti molli. Saranno invece potenziate l'area medica e di riabilitazione mentre a Schiavonia ci sarà l'attività ambulatoria di Oncologia in collaborazione. Sono previsti inoltre 6 posti letto per l'hospice.
Ed ora il territorio, tenendo conto che spariscono i numeri delle lungodegenze (94) affidati alle strutture di ricovero intermedie che recuperano 93 posti negli ospedali di comunità, 28 nelle Unità riabilitative territoriali e 2 negli hospice. «Una percentuale di 0.74 ogni mille abitanti, superiore a quella di 0,6 richiesta».
IL TERRITORIO
Tutti gli ospedali manterranno la caratteristica di spoke, cioè di primo livello, ovvero di interfaccia con l'hub sovraregionale dell'azienda ospedaliera e dello Iov. Queste sono le reti cliniche con le eccellenze di ciascuno, costruite dalla Regione
Cittadella. Un esempio di specializzazione: manterrà il centro di procreazione assistita e avrà 12 posti come ospedale di comunità. Inaugurerà 5 nuovi posti in più di Psichiatria e ripristina in area diagnosi e cura Odontoiatria e stomatologia. Perde l'Uoc di laboratorio perché ne sarà prevista una per tutta l'Ulss 6
Camposampiero: aumenterà i primariati rafforzandosi con la struttura complessa di chirurgia vascolare, la maxillo facciale e la medicina trasfusionale. È centro di riferimento per la chirurgia di traumi del bacino e cto. É riferimento per l'oculistica e l'ipovisione nel bambino.
Schiavonia: Aumenta di un primariato, e oltre alla collaborazione con lo Iov con un ambulatorio di oncologia, diventa centro di riferimento per ortopedia oncologica.
Piove di Sacco: è l'ospedale che guadagna di più in termini di posti e specialità. «Devono stappare le bottiglie» dice Scibetta. Avrà un nuovo primariato in urologia (più 14 posti) e uno in neurologia e conferma l'apicalità di Geriatria che era stata soppressa in un primo momento e diventa centro di riferimento per la riabilitazione cardiovascolare e del pavimento pelvico.
Montagnana: resta ospedale di comunità e non subisce la ventilata perdita della riabilitazione e del pronto soccorso. Le schede le danno una unità di riabilitazione territoriale con 18 letti in più e l'hospice (8 letti). Conselve mantiene il ruolo di polo della riabilitazione 60 posti più 15 di ospedale di comunità.
L'ospedale sant'Antonio: «Non chiuderà» si affretta a confermare il direttore Scibetta. «Anzi l'impianto votato dalla Giunta afferma che entro 90 giorni verrà costituito fra Ulss e Azienda ospedaliera un tavolo per concordare tempi e metodi del passaggio in azienda» comunque entro il 31 dicembre del 2020. «Il trasferimento è deciso dobbiamo solo delineare un procedimento che riguardi anche il personale. Per il momento resta tutto com'è anche perchè dovranno essere adeguate le schede del Giustinianeo. Dunque pronto soccorso e reparti restano aperti».
Mauro Giacon
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