L'onda lunga del virus: crollano le assunzioni

Mercoledì 24 Giugno 2020
LO SCENARIO
PADOVA Meno clienti, meno incassi, meno personale. L'equazione è semplice, ora ad accompagnarla ci sono anche i dati ufficiali. Negli ultimi quattro mesi, da quando è scoppiata l'emergenza Covid ad oggi, in tutta la provincia di Padova sono state registrate oltre undicimila assunzioni in meno rispetto ad un anno fa. Il virus ha contagiato pesantemente anche il mercato del lavoro: tra il 23 febbraio e il 14 giugno i nuovi contratti sono stati 14.563 contro i 25.892 dell'anno scorso. Un saldo negativo di 11.392 posti di lavoro legato soprattutto ai settori del turismo e della ristorazione. Il lungo tunnel buio è durato fino al 3 maggio: in questo periodo le assunzioni risultano addirittura dimezzate rispetto al 2019. Lieve ripresa a maggio e giugno, ma i numeri restano in ogni caso molto più bassi di quelli di 12 mesi fa.
L'INDAGINE
Lo studio è stato condotto da Veneto Lavoro, braccio operativo della Regione. L'ente diretto da Tiziano Barone ha analizzato tre periodi. Nella fase più acuta dell'emergenza, dal 23 febbraio al 3 maggio, le assunzioni sono state 8.048 contro le 16.964 dell'anno scorso. Forbice più assottigliata nel mese di maggio (3.593 assunzioni contro le 4.873 del 2019) e nelle prime due settimane di giugno: 2.922 contro 4.055.
Se i numeri delle cessazioni restano simili (comprendono principalmente i contratti non rinnovati, ma anche pensionamenti, dimissioni e licenziamenti), a colpire è soprattutto il crollo delle assunzioni. Una conseguenza della diminuzione di lavoro per tutte quelle attività - a partire da alberghi e ristoranti - che per la bella stagione si aspettavano un boom e invece hanno vissuto un vero incubo. Nella classifica veneta delle assunzioni domina la provincia di Verona seguita da Venezia. Anche a Padova comunque il saldo tra assunzioni e cessazioni è tornato ad essere positivo (+ 1.517) dopo aver toccato la quota negativa di -4.030 durante il mese e mezzo di lockdown.
GLI ESPERTI
Nel periodo compreso tra il 23 febbraio e il 14 giugno tra mancate assunzioni e rapporti di lavoro cessati, l'emergenza Covid ha determinato in Veneto una perdita di circa 65 mila posti di lavoro rispetto allo stesso periodo del 2019, corrispondenti al 3% dell'occupazione dipendente complessiva. «Ma a partire dal 4 maggio - spiegano i ricercatori - si sono registrati i primi segnali incoraggianti. Da considerare che il dato è influenzato anche dal blocco dei licenziamenti e dall'estensione della cassa integrazione, che hanno contenuto il numero delle cessazioni, riguardanti per la maggior parte contratti a tempo determinato giunti a scadenza».
La fotografia regionale è interessante: «Tutte le tipologie contrattuali sono state interessate in questi mesi da una dinamica negativa - si legge nel report -. Tra maggio e giugno si registra però un recupero delle posizioni a tempo indeterminato. Bilancio negativo anche per il lavoro intermittente, ma con la riapertura di bar e ristoranti si registra un'impennata delle assunzioni».
I SETTORI
«Il turismo rimane il settore più colpito dagli effetti della pandemia e da solo spiega quasi la metà della contrazione occupazionale complessiva - proseguono gli esperti -. Da maggio si è verificata un'attenuazione del trend negativo, con il recupero di quasi tutti i posti persi nei mesi precedenti, ma le mancate assunzioni continuano a pesare sul bilancio dei servizi turistici nel confronto con il 2019. Segnali di ripresa si registrano anche nei servizi di pulizia, nell'industria alimentare, nelle attività professionali e nel tessile-abbigliamento, mentre nelle costruzioni si è anche assistito a una crescita delle assunzioni (+5%). L'agricoltura rimane l'unico settore, insieme ai servizi informatici, a mostrare un saldo positivo nell'intero periodo di crisi».
Poche settimane fa l'Appe, associazione dei pubblici sercizi padovani, aveva stimato la perdita di 10 mila posti di lavoro. Se un anno fa all'inizio della stagione estiva lavoravano circa 15 mila persone, ora in un giorno medio ne sono impiegate 5 mila. I livelli pre-Covid sono molto lontani, ma qualche timido segnale di ripresa c'è. A questo si aggrappano imprenditori e, soprattutto, aspiranti lavoratori.
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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